Oltre metà dei farmaci introdotti sul mercato in Germania negli ultimi anni, quasi tutti approvati dall’autorità europea, non hanno prove di maggiori benefici per i pazienti rispetto alle terapie ‘vecchie’.
Lo afferma uno studio dell’agenzia tedesca IQWiG (Institute for Quality and Efficiency in Health Care), secondo cui le regole usate per l’approvazione andrebbero cambiate. I ricercatori hanno valutato 216 farmaci che sono entrati sul mercato tra il 2011 e il 2017. Solo per 54 di queste, scrivono gli autori, ci sono prove evidenti di maggiori benefici rispetto alle terapie tradizionali, mentre in 35 casi il beneficio è risultato maggiore ma di poco o non quantificabile.
Per 125 farmaci, il 58%, non ci sono invece prove di maggiori benefici. In particolare i farmaci neurologici o psichiatrici sono migliori dei precedenti solo in un caso su 18, mentre quelli per il diabete in 4 su 24. “Gli enti regolatori dovrebbero diventare meno tolleranti sui programmi di sviluppo accelerato dei farmaci – concludono -, e invece chiedere prove robuste da test clinici di lungo termine e sufficientemente grandi per provare sicurezza ed efficacia. Le decisioni sul rimborso e sul prezzo dovrebbero evitare inoltre di incentivare benefici marginali o basati su evidenze incerte per i pazienti”.