Negli ultimi anni, l’interazione tra informatori scientifici e medici è stata sottoposta a un cambiamento significativo a causa dell’incremento del carico di lavoro degli operatori sanitari, che ha ridotto il tempo a disposizione per incontri tradizionali. Per affrontare questa sfida, l’industria farmaceutica ha cominciato a esplorare l’uso dell’intelligenza artificiale (IA) per migliorare l’efficacia della messaggistica e personalizzare le comunicazioni.
GlobalData, un’importante società di analisi di mercato, ha recentemente condotto un sondaggio in otto paesi diversi, tra cui Stati Uniti, Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito, Giappone e Cina, rivolto a medici per valutare la loro posizione sull’utilizzo dell’IA da parte degli informatori scientifici.
I risultati del sondaggio hanno rivelato che la stragrande maggioranza dei medici ha una visione neutrale sull’uso dell’IA in questa interazione. In particolare, solo il 7% dei medici ha mostrato un profondo disagio nell’adozione di questa tecnologia per personalizzare la comunicazione.
È interessante notare che tra gli operatori sanitari che avevano già sperimentato l’uso dell’IA nei loro contesti professionali, il 22% si è dimostrato più aperto all’idea di utilizzarla anche nei rapporti con gli informatori scientifici. Questi dati suggeriscono che l’esperienza diretta con l’IA potrebbe contribuire a una maggiore accettazione della tecnologia.
In generale, il sondaggio evidenzia che la maggior parte dei medici è disposta a considerare l’uso dell’IA come un’opzione per migliorare l’efficacia delle comunicazioni con gli informatori scientifici. Tuttavia, resta aperta la discussione su come integrare in modo efficace questa tecnologia nell’interazione tra professionisti della salute e rappresentanti dell’industria farmaceutica, mantenendo al centro delle attenzioni le esigenze e la fiducia degli interlocutori.