Conviene mantenere la partita iva con un fatturato di 1.000 o 2.000 euro al mese? Con un volume d’affari limitato è naturale porsi questo tipo di domanda. Proveremo dunque a chiarire qualche dubbio attraverso alcuni esempi pratici. Inoltre, nelle scorse settimane abbiamo lanciato un sondaggio per capire quanto guadagna un Informatore Scientifico in Italia. Leggi qui i risultati.
Fattori principali da tenere in considerazione
I fattori più importanti da tenere in considerazione per capire se conviene la partita iva in base al fatturato sono:
- La tassazione: il sistema fiscale italiano è progressivo ovvero, con l’aumentare del fatturato cresce anche la tassazione. Questo principio è valido per qualsiasi tipologia contrattuale, sia essa di lavoro in partita iva sia in caso di lavoro di tipo dipendente.
- La contribuzione previdenziale: questa è la voce che incide maggiormente sui guadagni reali. Si tratta di una quota fissa pari al 25,98% del fatturato lordo, applicata a tutti gli iscritti alla gestione separata dall’Inps. La quota varia in caso di iscrizione alle casse professionali.
- Il commercialista: non si tratta in questo caso di una quota fissa in quanto ciascun professionista applicherà tariffe differenti. Queste possono variare anche in conformità alla complessità delle attività incaricate. Dunque, in presenza di un volume d’affari limitato con una partita iva forfettaria, il compenso richiesto sarà inferiore.
Mantenere la partita iva con un fatturato di 1.000 euro al mese
Con un fatturato di circa 1.000 euro al mese si ottengono 12.000 euro annui. Tale cifra consente di mantenere aperta la partita iva considerando la tassazione del 23% pari a circa 2.760 euro. A questa vanno aggiunti i contributi previdenziali, che in questo caso ammontano a 3.100 euro. Considerando anche le spese dovute al commercialista, il guadagno effettivo si dimezza.
Mantenere la partita iva con un fatturato di 1.500 euro al mese
Nel caso di un fatturato pari a 1.500 euro, corrispondenti a 18.000 euro annui, la partita iva rientra in un nuovo scaglione di reddito. La tassazione applicata sale dunque al 27% mentre non varia la quota dei contributi. Il guadagno netto in questo caso è di circa 10mila euro all’anno.
Mantenere la partita iva con un fatturato di 2.000 euro al mese
Con un fatturato annuo di 24.000 euro non varia lo scaglione di reddito rispetto al precedente esempio. Lo scatto successivo si avrà infatti a 28mila euro. Il ricavo netto è pari a 13mila euro e, anche in questo caso, in termini di valore assoluto la convenienza resta.
Cristina Musumeci