La Roche che vorrei, un nuovo modello operativo che punta alla trasparenza

Nel mondo della sanità è possibile transitare dal conflitto di interessi alla comunione (di interessi) a favore del paziente? La domanda, sotto più punti di vista, è stata al centro dell’evento La Roche che vorrei, alla presenza di Maurizio de Cicco, presidente e amministratore delegato Roche Spa, Nino Cartabellota, presidente Fondazione Gimbe, Carlo Cottarelli, presidente Osservatorio conti pubblici e Michele Tesoro-Tess, Ceo di Reputation Institute Italia Svizzera.

La filiale italiana della multinazionale svizzera che opera nel segmento della farmaceutica e della diagnostica ha annunciato infatti la presentazioni di un nuovo modello operativo al fine di raggiungere una sempre maggiore trasparenza nei suoi rapporti di interazione e collaborazione con diversi soggetti della filiera medica (dai professionisti alle associazioni di pazienti). Tre le leve individuate per perseguire l’obiettivo: gli operatori sanitari non saranno più invitati direttamente dall’azienda a eventi e congressi scientifici: la scelta sarà rimessa al datore di lavoro del professionista. Stesso discorso per conferire un incarico di consulenza: l’ente di appartenenza del medico deve dare o meno la sua conferma all’incarico e alla relativa stipula del contratto formale. Infine, le erogazioni liberali saranno assegnate tramite bandi (sulla scia di progetti già esistenti che utilizzano questo format) .

la divisione di dermatologia da prescrizione di Bayer passa a Leo Pharma
Enasarco: bocciata la proposta di Federcontribuenti

Flash news simili

Editoriali

L’esperto risponde