Il management dell’ospedale e della multinazionale piemontese è indagato per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato. Nell’ambito delle indagini, la procura di Pavia ha disposto l’esecuzione di diverse perquisizioni domiciliari e locali nei confronti dei soggetti indagati
Continua a tenere banco il caso Diasorin-San Matteo sui test sierologici. I vertici del Policlinico e della multinazionale sono indagati per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato, proprio in relazione all’accordo sui test anti-Covid, protagonisti nei giorni scorsi di una controversia tra Tar e Consiglio di Stato.
L’intervento della procura
In relazione alla vicenda, la procura di Pavia ha disposto, nell’ambito delle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Mario Venditti e da Paola Mazza, l’esecuzione di diverse perquisizioni domiciliari e locali nei confronti di diversi soggetti indagati.
Diasorin sarebbe “stata favorita a discapito di altre potenziali concorrenti trasferendo ad essa tutti i risultati delle attività di ricerca e sperimentazione effettuate dalla Fondazione Irccs San Matteo di Pavia, nel settore dei test sierologici per la diagnosi di infezione da Covid-19”. Sarebbe questa al momento, secondo una ricostruzione del Corriere della Sera, l’ipotesi percorribile in base al parere degli investigatori.
Gli indagati
Tra i soggetti indagati, nei fascicoli figurano i vertici della Fondazione Irccs San Matteo: Alessandro Venturi, presidente del San Matteo; Carlo Nicora, direttore generale; Gianpaolo Merlini, direttore scientifico della Fondazione Irccs San Matteo di Pavia; Fausto Baldanti, responsabile del laboratorio di virologia molecolare; nonché Carlo Rosa, amministratore delegato di Diasorin.
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