Gli italiani si fidano dei medicinali, ma meno delle imprese che li producono. Uno studio del Censis fotografa l’ampio gap tra il valore economico-sociale dell’industria e la percezione dei cittadini
È ancora ampio il divario tra il reale valore dell’industria farmaceutica e l’immagine di “Big Pharma” percepita dai cittadini. Se il 41% degli italiani riconosce il valore dei prodotti che “migliorano la salute”, oltre il 37% esprime una valutazione negativa, legata al prevalere della dimensione del profitto che porterebbe “a indurre consumi ingiustificati di farmaci”. È quanto emerge da un’indagine del Censis su un campione rappresentativo di 1.500 cittadini italiani. La ricerca è stata sostenuta da Eli Lilly ed stata presentata oggi a Sesto Fiorentino, dove si è celebrato il 60esimo anniversario dell’arrivo dell’azienda nel nostro Paese.
Un intervistato su cinque (21%) dice di non essere in grado di esprimere un giudizio perché “poco informato” sul tema., dato che sale al 29% fra coloro con un titolo di studio inferiore. Quando l’indagine passa a valutare il “peso dell’innovazione” le valutazione negative crescono. Il 45% incolpa le aziende per i prezzi elevati e la scarsa accessibilità ai nuovi farmaci e solo il 33% considera l’industria farmaceutica positiva grazie al ruolo di primo piano in ricerca e innovazione.