Grazie al decreto del 21 marzo, i farmacisti ucraini potranno lavorare in Italia, in via temporanea, con permesso fino al 4 marzo 2023.
In base ai dati diffusi dall’Oms, circa la metà delle farmacie situate in Ucraina sono ormai chiuse. Non sono noti i numeri degli operatori sanitari ucraini che hanno lasciato il paese o non hanno la possibilità di svolgere la loro professione. A tal proposito, la Fofi ha annunciato che il Cimea sta adottando alcune procedure per facilitare tale mobilità. È necessario il Passaporto europeo con qualifica di rifugiati per poter accedere ad incarichi a tempo determinato o in qualità di liberi professionisti, così come di collaborazione coordinata e continuativa.
Un’iniziativa analoga è stata adottata anche dal Regno Unito.