Richiesta informazioni su posizione Enasarco
INVIATA DA: Gianfranco S.
IL GIORNO: lunedì, 6 Maggio 2019
Buonasera caro Francesco,
ho letto con attenzione il recente editoriale sull’argomento in oggetto.
dopo aver lavorato con un contratto CCNL per oltre 24 anni, a seguito di mobilità, ho aperto una partita iva (codice ATECO 46.18.31) ed ho trovato impiego, ormai già da oltre due anni, come agente informatore presso la filiale italiana di una multinazionale. essendo a conoscenza della vexata quaestio Enasarco, già al tempo avevo avvisato che non avrei dovuto pagare i contributi in oggetto, ma mi è stato risposto che, per questioni di “praticità'” fiscale dell’azienda, avrebbero continuato a versarli.
La domanda è questa: cosa posso concretamente fare per far valere le mie ragioni, alla luce della circolare INPS? tieni presente che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire…
ti ringrazio per la risposta che vorrai darmi e per tutto il lavoro che svolgi per noi ISF.
Un abbraccio
Gianfranco S.
La risposta dell’esperto
Caro Gianfranco,
anche se i tuoi dirigenti non volessero sentire le vostre spiegazioni, immagino sappiano leggere. E poi esiste sia il linguaggio dei segni che le scuole serali.
Ciò non significa che il tuo problema sia facile, poiché , a mio parere, sei finito in fondo ad un pozzo dove non vendono gli attrezzi per risalire. A meno di non dichiarare guerra.
Cercherò di interpretare i motivi per cui sei finito in questo pozzo e di rassicurarti che è la stessa Enasarco che non iscrive ISF, ma questo vorrà solo dire che tu, iscritto Enasarco, per le norme nazionali non sei un ISF. L’unica sarebbe di avere due contratti, agente Enasarco e l’altro ISF ma quest’ultimo dovrebbe occupare minimo il 51% del tuo tempo e non ti libererebbe dall’Enasarco. Saresti un ibrido, una chimera. Ma, tuttavia, il codice civile consente di lavorare con due mansioni diverse. Dal ché temerei perfino sdoppiamenti di personalità. In pratica la filosofia è lavorare, pur di lavorare.
Ma ti porgo anche una soluzione diversa in cui l’Enasarco scompare ed appare un’altra soluzione.
Il problema, a mio parere non è questo, ma che tali dirigenti e/o contabili/legali, conoscono benissimo che gli ISF non possono essere iscritti all’Enasarco non potendo fare attività commerciale ai sensi del decreto 219/2006, dei decreti regionali e delle linee guida Stato – Regioni; come sanno pure che può arrivare di sorpresa un ispettore Enasarco, a furor di legge, sequestrare tutti i documenti dove in alcuni potrebbe esserci scritto di uno o più ISF che svolgano attività di informazione di mattina e l’agente di farmacia di pomeriggio, ma che il suddetto non è non iscritto all’Enasarco (i soldi muovono il mondo). Da qui partirebbe una pesante multa per l’azienda. Se questi ISF vengono poi costretti con le buone (ma è un ossimoro, come può essere compatibile un ricatto con la bontà?) a iscriversi all’Enasarco pur senza fare gli agenti di commercio, la cosa diventa risolvibile solo con una raccomandazione potente che oggi in Italia è come il prezzemolo. La trovi in ogni angolo.
E’ comprensibile che ogni azienda cerchi di inquadrare gli ISF, come meglio gli conviene economicamente, ma, in caso di problemi con un contratto che gli consenta i minori problemi in caso di ricambio di questa figura; magari, per assurdo, in un bel quadretto normativo pieno d’acqua, in cui basti tirare il tappo di sotto e tutti questi ISF, un po’ alla volta, finiscono bagnati in mezzo ad una strada, dove magari sta già piovendo.
Avremmo potuto intitolare questa nostra risposta: “IMBROGLIO ALL’ITALIANA”, ma ormai sappiamo bene che un simile titolo non lo avrebbero riportato neanche nel giornaletto parrocchiale. Basta un piccolo restauro, una donazione al Comune, o un favore ai miseri poveri, non importa se con il RDC e oggi tutto è interpretabile, anche la legge; anche la giustizia, perché come avrai ormai capito, la giustizia, quasi mai corrisponde alla legge.
Solo ogni tanto da una Corte di Cassazione o un Consiglio di Stato, spinti da anni di ragionevoli dubbi dai lavoratori, gli si illumina un barlume, ma non di giustizia, non del significato di una legge, ma un lampo di quella coscienza per la quale degli uomini comuni hanno avuto il dono di divenire giudici.
Per quanto riguarda la prassi aziendale che adotta a giustificazione pratica dell’apertura della posizione Enasarco, pur essendo rifiutata per gli ISF dalla stessa Fondazione, è ovvio che versando i contributi, si iscrive non un ISF ma un agente di commercio con una procedura e le norme che corrispondono al contratto d’agenzia e che questo (da cui gli Informatori non sono veramente ISF ma solo Agenti di commercio).
Ma tutto torna: l’azienda non rischia multe perché riconosce di iscrivere agenti di commercio; l’informatore fa informazione e propaganda dei propri farmaci, si vincola per venti anni a pagare i contributi della Fondazione, ammesso che ci arrivi, se vuole avere una pensione finale e beneficia dei vantaggi forniti dalla suddetta. Per l’azienda controlli e sanzioni addio.
Dall’altro lato l’Enasarco agli ISF offre una copertura assicurativa e altri vantaggi per coloro che svolgono questa mansione.
Di certo per l’azienda e per l’ISF è più costoso. Ma chi ha avuto ha avuto, pensiamo al futuro.
Per potersi fare ascoltare nell’interpretazione normativa dell’Enasarco che gli ISF non possono essere iscritti all’Enasarco, una strategia, potrebbe essere quella di far capire all’azienda che potrebbe risparmiare molto di più se contrattualizzasse i propri ISF come ISF e non come agenti di commercio, tramite un contratto privato, simile ma non uguale a quello di agenzia.
Sarebbe sufficiente che venga riconosciuta agli ISF la sola mansione di informatore scientifico del farmaco che, secondo la legge 219/2006, hanno l’unico compito di informare sui loro farmaci gli operatori sanitari, e di promuovere la prescrizione degli stessi farmaci.
In questo caso le aziende rispetterebbero il divieto di iscrizione degli ISF alla Fondazione Enasarco, come da questa specificato. Non incorrerebbero in rischi di sanzioni e risparmierebbero la loro parte di contributi previdenziali; lasciando agli ISF gli oneri di aprirsi un personale piano previdenziale, molto più elastico e maggiormente detraibile (circa il 24-26 % di 5.140 euro annui versati) dall’imponibile. Non sarebbe meglio che tali soldi andassero ad un vostra personale pensione piuttosto che, con vincolo di venti anni, all’Enasarco? Senza dimenticare i versamenti INPS.
Le altre possibilità per far si che le aziende possano comprendere il reale inquadramento degli ISF sono ancora in divenire, cito le associazioni di categoria, consulenti del lavoro aziendali o altre figure professionali che affiancano l’amministrazione e gli uffici legali.
Dall’altro lato puoi intervenire sulla tua personale configurazione della P. IVA, di seguito riporto alcuni accorgimenti.
IL pagamento a provvigione degli ISF sarebbe compatibile o surrogabile con altra modalità di remunerazione inserita nell’accordo privato tra le parti; d’altra parte i premi e gli incentivi non contrastano con le remunerazioni degli agenti di commercio (e neanche con le remunerazioni degli ISF CCNL, che ne beneficiano da sempre) per la semplice differenza che sono ottenuti nel rispetto della legge 219/2006, con una corretta informazione e promozione sui farmaci. Senza alcun collegamento diretto derivante dalla conclusione di contratti personali di vendita presso gli operatori sanitari.
Il punto degli ISF sul misterioso codice ATECO; come iscriversi ed operare con la Partita Iva; come risparmiare sulle spese professionali o semi professionali ed altro ancora.
Iniziamo con le ultime novità entrate in vigore nel 2019 (Regime forfettario 2019) per incoraggiare l’apertura delle Partite IVA, semplificare le regole burocratiche che faciliteranno il lavoro al tuo commercialista e ti faranno avere notevoli agevolazioni che renderanno, a conti fatti, il tuo imponibile più basso di quello di un libero professionista (Questi si differenzia dall’impresa individuale avendo un diverso modo di tenere la contabilità ma, soprattutto, avendo per norma, maggiori vantaggi nel detrarre le fatture delle spese (ristoranti, hotel, aerei, materiale digitale strettamente legato alla professione e, di conseguenza, scaricando di più, pagherà meno tasse in modo assolutamente legale.
Ecco perché è bene che la vostra commercialista conosca bene il vostro lavoro in generale (non sempre è facile capirlo per un commercialista), quello di impresa individuale e la differenza fiscale (ed i vantaggi) che esisto con il libero professionista.
Faccio un esempio per tutti: al libero professionista occorre prestare attenzione alle fatture del ristorante perché a fine anno il loro totale non potrà superare il 2% di ciò che ha speso realmente nell’anno per questa voce. Un ISF registrato come impresa individuale non ha limiti annui su quanto può spendere per i pasti, volendo può andare tutti il giorni al ristorante. Esiste solo un limite annuo, e cioè se spende e riceve fattura per ogni mille euro spesi al ristorante potrà scaricare al massimo 700 euro l’anno. La cosa non ha limiti annui: se ingurgita roba per 10 mila euro potrà scaricare come spese professionali 7000 euro annui, e cosi via. Spero di essere stato chiaro. E questo è solo un esempio dell’elenco delle spese e delle percentuali che potrete scaricare nell’anno, essendo la vostra casa anche la vostra sede professionale di lavoro.
Ricordiamo, essendo molto importante, che le fatture che voi emetterete e che corrispondono alle vostre entrate, saranno SENZA IVA; E CHE FINO A 65 MILA EURO DI ENTRATE FATTURATE SENZA IVA PAGHERETE SOLO IL 15% DI TASSE MENTRE FINO A 100 MILA EURO PAGHERETE SOLO IL 20%. Ecco anche perché la vostra commercialista dovrà essere in gamba.
Insomma questo, per un ISF che aprirà una partita Iva come impresa individuale e rispetterà le norme e quanto suggerito dalla commercialista, potrà essere l’inizio della fine di quegli ISF che portavano a casa 1000 euro al mese.
Le condizioni principali per avere questi benefici:
Se tenterai di fare da solo la registrazione della tua attività presso i vari uffici statali, rinuncia subito all’idea a meno di non avere o procurarti dal medico, molti campioni di alprazolam; (sei solo un informatore in gamba, simpatico; che impara presto tutto – se lo sei già buon per te, altrimenti diventalo prima possibile se vuoi farti la villa).
Seleziona un/a bravo/a commercialista, il cui costo non dovrà superare i 1000/1200 euro annui (cioè 250/300 euro al trimestre da saldare puntualmente alla commercialista appena ti arriva l’email con il suo documento di calcolo trimestrale della tua attività, con relativa fattura della o del commercialista – a tale costo va aggiunta, una volta l’anno, la spesa di redazione del tuo 740 annuale sui redditi dell’anno precedente, circa 250/300 euro annuali).
Ho verificato di persona che dalla Calabria alla Lombardia questi sono i prezzi medi standard dei commercialisti singoli, a dispetto degli studi, che bisogna evitare come la peste, con vari impiegati per non trasformarsi presto in un numero od in un bancomat, ma mai in un amico.
Iscriviti sul sito INPS, ora è stato migliorato, trovi subito quello che cerci. L’INPS, bancomat di noi pensionati e dei governi incapaci.
I rapporti diretti con la tua commercialista di fiducia, ben presto avverranno solo tramite email. Cioè potete abitare in città diverse. Per cui ACQUISTA E SCARICA AL 100% dal tuo reddito: un buon notebook di costo inferiore circa ai 530 euro (ricorda che non riportiamo cifre a caso)
Registrati con il regime forfettario 2019 come impresa individuale, con sede di lavoro presso la tua propria abitazione.
Ulteriori spese fisse: i versamenti INPS trimestrali (euro 947,98 ultima di febbraio 2019), che, a differenza dei professionisti autonomi non sono proporzionali al fatturato, anche se hai emesso una fattura di 1 euro. Ulteriori spese variabili per Erario, supero quota Inps, tasse comunali. Risparmi: non essendo la tua un’impresa organizzata benefici dell’esenzione del pagamento dell’IRAP regionale (oltre 3000 euro). Se avrai necessità gli manderò all’agenzia delle Entrate un mastino e mia dolce commercialista e non pagherai più IRAP a vita.
Mi scuso per le somme orientative descritte, ma come ex informatore, passato ad impresa individuale del settore sanitario, ho migliorato le mie conoscenze contabili.
Questo ha portato numerosi benefici proprio in virtù del fatto che a differenza di un informatore autonomo ho potuto detrarre legalmente circa dieci volte il loro limite di detrazione in base al tipo di spese.
Riporto di seguito alcune righe utili reduci da un mio articolo precedente:
L’Istat rende disponibili gli strumenti per individuare il codice ATECO di un’attività economica. Il codice ottenuto non ha valore legale (cioè non abilita allo svolgimento della professione di ISF, ndr) ma semplicemente statistico; può essere utilizzato nelle operazioni di denuncia o di registrazione della propria attività.
Risultati della ricerca sul Sito INAIL
Spunta un nuovo codice, o meglio il codice 2.1.1.2.2, c’era già ed era dei Chimici informatori e divulgatori; adesso hanno avuto la bontà di inserire in tale famiglia anche la professione dell’informatore del farmaco in due diciture similari.
Riteniamo che l’utilizzo di questo codice sia il migliore ed identifichi in modo più rispettoso del D. L.vo 219/2006 la professione di informatore scientifico del farmaco. A nostro parere si possono, perciò, usare i sottostanti codici 2.1.1.2.2.1 / 2.1.1.2.2.2, quando non si vuole far usare la denominazione di Agente, che confonde l’ISF con la funzione dell’Agente di Commercio. A meno che per non perdere i vecchi contributi Enasarco già versati si debba RESTARE ISCRITTI a questo ente previdenziale integrativo e si sia già registrato il codice 46.18.31.
In questo caso una visita all’ufficio Enasarco più vicino è d’obbligo.
2.1.1.2.2 – Chimici informatori e divulgatori:
Le professioni comprese in questa Unità Professionale incrementano la conoscenza scientifica in materia, utilizzano e trasferiscono tale conoscenza nell’industria, nella medicina, nella farmacologia, ovvero in altri settori della produzione.
I candidati ISF a Partita Iva che si trovano all’inizio della professione e che non hanno quindi versato nessun o pochi contributi Enasarco (che perderebbero se poi fossero assunti come dipendenti) e non intendono avvalersi del contratto degli “AGENTI DI COMMERCIO” possono anche optare per il codice di attività “ALTRE ATTIVITÀ PROFESSIONALI SCIENTIFICHE E TECNICHE”: 74.90.99, oppure e MEGLIO possono optare per i suddetti codici 2.1.1.2.2.1 e 2.1.1.2.2.2.
La stessa denominazione di Consulente scientifico del farmaco, da noi ideata ad uso e beneficio anche delle aziende, li distingue da chi opera in regime Enasarco o con un CCNL.
La classificazione delle professioni ISF
E’ importante specificare all’Enasarco che vuoi solo completare i versamenti mancanti per avere la pensione – Enasarco (venti anni) ma opererai come informatore del farmaco ma non agente di commercio. Tale dicitura è bene che appaia in qualunque contratto privato o di agenzia dovessi fare in futuro. Potrebbe andarti bene.
Ricorda che se accetti da chiunque un contratto privato con mandato di agente di commercio NON sei più un ISf e piombano gli ispettori di Enasarco.
Infine vorrei chiudere con il racconto con una mia esperienza insegnatami dalla mia commercialista e che dimostra che è più importante la PARTITA IVA del Codice di Attività.
Ciò, se ci fai caso è collegato con la prima parte (quella della Chimera) di questo lungo racconto che vuol essere di aiuto a tutti.
Con la medesima partita Iva puoi registrarti agli uffici preposti con un nuovo codice di attività e operare in due settori simili ma diversi quando ti pare. E quando ti pare la tua commercialista ti potrà cancellare. Certo non mi permetterò mai di alludere che i grandi e potenti uffici legali e commerciali delle aziende non lo sapessero. Ma tutti possiamo avere momenti di amnesia.
Speriamo di aver chiarito alcune cose a te ed aver aiutato molti.
Un grande in bocca al lupo. Ne avrai bisogno.
Francesco Lupinacci
Il link che riporto di seguito ha valore di approfondimento, fermo restando che i codici ISF sono quelli sopra descritti e che devi configurarti come impresa individuale – informatore scientifico del farmaco.
Approfondimento:
Regime forfettario 2019: requisiti, dicitura fattura calcolo flat tax