In questi giorni, il tema legato all’obbligatorietà del Green Pass sta suscitando forti discussioni e, in alcuni casi, anche polemiche. La situazione è ancora in divenire e le opinioni in merito sono molteplici e contrastanti. Alcuni interessanti spunti, giunti dai lettori di Informatori.it, possono aiutarci a fare il punto della situazione.
GLI INFORMATORI SONO TUTTI VACCINATI?
Abbiamo recentemente ricevuto una segnalazione da parte di un assistito che, in fila dal medico di base, si è confrontato con due Informatori Scientifici impiegati presso due differenti aziende. Stando a quanto comunicato dal lettore, il discorso si è orientato verso la questione vaccini ed entrambi gli Informatori avrebbero dichiarato di non aver ancora ricevuto la prima dose né di avere intenzione di vaccinarsi nel breve termine, in attesa del momento in cui “si sarà accertato che il vaccino è una cosa sicura”. L’assistito ha accolto con stupore tali affermazioni, sollevando la questione legata all’obbligatorietà del vaccino per gli Informatori Scientifici, avendo accesso alle strutture sanitarie.
L’AZIENDA PUÒ IMPORRE L’OBBLIGO VACCINALE?
Un secondo spunto di riflessione ci è stato fornito da una nostra lettrice, neolaureata e neoassunta presso un’azienda farmaceutica con il ruolo di Informatore Scientifico. In base a quanto riferito, non essendo ancora vaccinata, l’azienda ha posto come condizione l’aderenza alla campagna vaccinale. La nostra lettrice, titubante circa la questione, chiede se è effettivamente possibile rendere obbligatorio il vaccino a dipendenti o personale in via di assunzione.
COSA PREVEDE LA NORMATIVA IN ITALIA
Alla luce dello scenario piuttosto confuso e ancora incerto, Informatori.it ha interpellato, come sempre in merito a tali tematiche, Monica Lucci – HR Lead. Attualmente in Italia non è prevista l’obbligatorietà al vaccino contro il Covid, fatta eccezione per il personale sanitario.
L’obbligo vaccinale al momento dunque non c’è, a livello nazionale, per questa categoria di lavoratori ma potrebbe essere prevista a livello locale dai protocolli Regionali o ambulatoriali. Per gli Informatori che si trovano in una situazione analoga a quella segnalata dalla nostra lettrice, è dunque consigliabile effettuare una verifica per comprendere se la vaccinazione che richiede l’azienda è effettivamente da fare oppure no.
Inoltre, è bene raccogliere informazioni circa il protocollo di sicurezza aziendale (obbligatorio per le aziende dal marzo 2020) per comprendere meglio cosa è disposto per il ruolo specifico.
E’ doveroso segnalare che in alcune regioni italiane, la campagna vaccinale rivolta agli Informatori Scientifici ha raccolto la totalità dei professionisti della comunicazione farmacologica operanti su quei territori. L’Italia, come spesso accade, non adottando delle direttive in modo uniforme su tutto lo stivale presenta alcune zone d’ombra.
COSA PENSANO GLI INFORMATORI?
Ad ogni modo, il lavoro di Informatore Scientifico è caratterizzato da uno stretto contatto con medici e pazienti, pertanto è necessario riflettere a fondo sull’opportunità di vaccinarsi, al di là delle normative in essere.
Voi, in qualità di Informatori, cosa ne pensate? Vi siete vaccinati o avete intenzione di farlo? Fatecelo sapere nei commenti ai post pubblicati su Facebook e LinkedIn.
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