ISF e soft skills da sviluppare

ISF e soft skills da sviluppare

Informatore Scientifico del Farmaco: chi è, che cosa fa, le soft skills necessarie oggi

Informatore Scientifico del Farmaco, chi è (e chi non è)

L’Informatore Scientifico del Farmaco, abbreviato più semplicemente in «ISF», è colui che informa gli operatori sanitari sui farmaci, illustrando loro ogni aspetto di essi, aggiornandoli sull’uscita di nuovi farmaci e offrendo notizie relative all’uso di quelli già in commercio qualora l’evoluzione scientifica e la letteratura avessero portato nuovi studi su di essi. Chiariamo subito: l’informatore scientifico non è un venditore di prodotti farmaceutici (come stabilito dalla legge (219/2006) e dalla Corte di cassazione con la sentenza 19394/2014).

Secondo la legge 219/2006 art. 122, l’obiettivo dell’ISF è quello di presentare a medici e farmacisti i farmaci da lui rappresentati, correlati di documentazione e caratteristiche del prodotto, effettuando un’attività di propaganda e informazione accurata sui farmaci e parafarmaci che ha in portafoglio, sulle conoscenze scientifiche più recenti e sulla pratica clinica, per promuovere la diffusione e il buon uso dei farmaci proposti. Inoltre, non da meno, la raccolta di effetti avversi riscontrati dai medici da riportare al responsabile aziendale di farmacovigilanza.

ISF, le competenze necessarie

Per svolgere questa professione, sono richieste anzitutto conoscenze legate al proprio percorso di formazione: la legge 219/2006 all’art.122 e successivi decreti ministeriali, indicano quali sono i titoli di laurea abilitanti per la professione di Informatore Scientifico del Farmaco, principalmente laureati in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, ma anche in Farmacia, Biologia, Biotecnologie e Scienze Naturali.

Quello che conta maggiormente, però, è essere predisposti al ruolo con una serie di soft skills, necessarie da sempre per l’ISF ma particolarmente richieste oggi, in un mondo, quale quello farmaceutico, in decisivo cambiamento: tale da richiedere, dunque, un’analoga evoluzione agli operatori del settore senza, però, modificarne la natura.

Soft Skills, che cosa sono

Che cosa sono, anzitutto, le cosiddette soft skills? Si tratta di capacità prettamente soggettive, che possono svilupparsi anche con il tempo: non tutte, infatti, sono innate. Esse riguardano la sfera emotiva, personale e mentale, e dunque non fanno parte esclusivamente di una determinata professione. Ne esistono di diverse tipologie:

  • Cognitive, Si tratta delle abilità di problem solving, velocità di apprendimento e di ragionamento in astratto;
  • Relazionali. Abbiamo qui a che fare con l’attitudine a lavorare in squadra e a comportarsi con gli altri in maniera costruttiva;
  • Realizzative. Tali capacità riguardano lo spirito d’iniziativa, la gestione di se stessi e la capacità di organizzazione;
  • Manageriali. Queste competenze ruotano intorno al concetto di leadership: saper automotivarsi e fare lo stesso con gli altri. Queste ultime non sono richieste subito: vanno, infatti, sviluppate col tempo.

Secondo Michael Page, le soft skills o competenze trasversali aumentano la versatilità di un candidato e sono applicabili a un’ampia gamma di settori. Comunicazione, cordialità e competenza sociale sono solo alcuni esempi. Lavorando su queste skills chiunque sarà più interessante per i potenziali datori di lavoro, indipendentemente dal settore. In quanto tali, le soft skills aiutano a garantire un ambiente di lavoro piacevole e produttivo. Alcuni esempi:

  • Capacità di lavorare in team
  • Organizzazione
  • Comunicazione
  • Capacità di affermare se stessi sul posto di lavoro, soprattutto se ci si trova in una posizione di management
  • Pensiero analitico.

Soft skills e mondo farmaceutico

Torniamo però al mondo farmaceutico ed alle soft skills attualmente richieste all’ISF, oggi come mai in un contesto tanto in cambiamento. Quale? E perché, dunque, le competenze trasversali sarebbero così importanti?

Il mondo farmaceutico attraversa una fase complessa di profonda trasformazione che vede, soprattutto nei fitofarmaci e nutraceutici, i principali protagonisti del mercato. Ciò a causa di fattori quali la scadenza brevettuale dei farmaci blockbuster che hanno segnato un’epoca, la generalizzazione degli stessi principi attivi che hanno determinato una riduzione del prezzo dei farmaci, il contenimento della spesa farmaceutica, le risorse che la ricerca sta indirizzando verso patologie croniche e più complesse. Alla luce di questa evoluzione, il «nuovo informatore» deve possedere determinate competenze per affermarsi, in modo efficiente e professionale, in un mercato sempre più competitivo. Deve cioè acquisire capacità manageriali e conoscenze di marketing, mantenendo però salda la propria natura e non trasformarsi in «venditore», conseguendo così la miglior preparazione per affrontare il cambiamento attuale e gestirlo in maniera semplice, rapida e stimolante.

ISF, le soft skills richieste

Quali sono dunque le principali soft skills necessarie oggi per l’ISF?

Tra queste, ricordiamo anzitutto:

  • Capacità comunicative
  • Capacità di sintesi
  • Proattività
  • Capacità di presentarsi in maniera, al contempo, simpatica e friendly ma anche educata, sobria e seria
  • Predisposizione ai rapporti interpersonali
  • Capacità di organizzazione e problem solving
  • Predisposizione alla gestione dello stress
  • Intraprendenza e orientamento al risultato
  • Duttilità, poiché, nel corso della propria attività, l’informatore deve avere a che fare con professionisti di vario tipo, ognuno dei quali lo pone di fronte a sfide diverse.

Potremmo parlare, più in generale, di una «intelligenza sociale» necessaria a capire le situazioni nelle relazioni con i medici e a saper interpretare volta per volta il proprio ruolo, in modo da lasciare l’impressione di un professionista su cui fare affidamento

  • Disponibilità a spostarsi e, in generale, consapevolezza della necessità di trascorrere diverso tempo alla guida
  • Predisposizione alla formazione e all’aggiornamento continui, per esser sempre preparati sui prodotti ed essere così in grado di consigliare i medici a riguardo.

Una menzione a parte, infine, alla luce di quanto detto, la merita una «capacità» su tutte: la professionalità, la correttezza etica e la serietà con cui l’Informatore Scientifico del Farmaco dovrà sempre operare, nel costante rispetto del codice deontologico professionale, per stare al passo con l’evoluzione dei tempi ma, al contempo, rimanere ben fedele alla propria identità, essendo così sempre affidabile, trasparente, coerente con la propria mission.

Autore: Rachele Zinzocchi

Rachele Zinzocchi

Digital Strategy R&D, Public Speaker, Coach, Author

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