Caro Francesco,
Un mio piccolo contributo alla discussione sul ruolo del sindacato nel tema centrale lavoro/lavoratore riportandolo un po sui binari della nostra categoria…
Recentemente sul tema lavoro/lavoratore si è messo in discussione il ruolo esercitato dal sindacato che ha preferito la via della concertazione per sottoscrivere i rinnovi contrattuali, piuttosto che concentrare la propria attività a difesa dei diritti dei lavoratori, e nel caso specifico degli ISF, a salvaguardare un ruolo che la legge descrive come di pubblica utilità.
Però se auspichiamo a una svolta nello svolgimento delle relazioni industriali non possiamo esimerci di fotografare ed analizzare la situazione attuale del farmaceutico.
Come sappiamo c’è stato un ridimensionamento drammatico nei numeri degli organici.
Le cause sono molteplici, fra le più importanti il fatto che molte aziende, soprattutto le multinazionali hanno indirizzato il proprio piano di sviluppo, ricerca e marketing in direzione super specialistica con l’abbandono graduale ma progressivo della medicina di base.
In secondo luogo perché altre figure professionali, come i medici di territorio, e in minima parte i key account, si sono affiancati agli ISF rilevandone spesso competenze e ruolo.
Tutto questo ha portato un drastico cambiamento nei modelli organizzativi delle aziende e mi sto riferendo semplicemente alla numerosità degli organici ( le linee di informazione scientifica) senza inoltrarmi nel merito delle questioni tecniche di ruolo, delle competenze specifiche previste dalla legge e dai contratti che comunque rappresentano una parte importante del problema generale, che andrebbero approfondite e discusse.
Inoltre dobbiamo anche evidenziare che una gran parte degli ISF vengono impiegati in un settore “emergente” che è quello del nutraceutico.
In questo caso la prima riflessione da fare è che se tali prodotti sono farmaci chi li promuove svolge il ruolo di ISF e come tale deve essere assoggettato alla legge 219/06.
Un contratto diverso da quello del chimico, in cui la figura dell’ISF è declarata secondo i criteri di legge (anche se alcune modifiche recenti sono state criticate perché ad indirizzo commerciale), potrà essere ugualmente utilizzato purché non sia in conflitto con la legge stessa.
Questo è a mio avviso il primo grosso nodo da sciogliere tenuto conto della rapida e continua crescita del settore .
Certo è che, in ogni caso, la mansione dell’ISF dovrebbe essere ridiscussa al tavolo sindacale tra tutte le parti interessate sia per porre argine alle continue perdite che al continuo indirizzamento della professione verso un ruolo sempre più commerciale.
Inoltre si dovrà tener conto, come detto, dello sviluppo di un comparto affine a quello farmaceutico per far si che il ruolo dell’informatore sia più congruo alle esigenze di quel settore nel rispetto delle condizioni imposte dalla legge..
Mirko Ferrarini
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