Nella testa di un medico

Nella testa di un medico

La visita medica dell’Informatore Scientifico del farmaco più volte definito “Missionario Tecnologico”, è un incontro di comunicazione biomedica tra azienda e suo principale “cliente”. Tuttavia, la linearità comunicativa è frequentemente disturbata da vari elementi, in particolare:

  • Fattori Esterni: la classica telefonata o la visita che il medico deve fare urgentemente ad un paziente.
  • Motivazioni interne del medico: non sempre facilmente rilevabili dall’Informatore. Le Disattenzioni umane e quotidiane, possono diventare determinanti per il buon risultato della comunicazione scientifica.
  • Cecità attenzionale: è il termine che in psicologia viene utilizzato per evidenziare gli aspetti di vita quotidiana che deconcentrano le persone. I ritmi lavorativi attuali sono la causa di disattenzione “visiva e di ascolto”. E’ noto l’esperimento di Heyman secondo il quale un gorilla passa in mezzo ad alcune ragazze che sono talmente assorte nel  giocare a passarsi la palla, che non lo vedono ne lo percepiscono .

Le attività stressanti fanno emergere modalità diverse di insicurezza, che spesso richiederebbero il conforto che si cerca quando si è bambini. La prima reazione che l’Informatore percepisce potrebbe essere la mancanza di interesse per il proprio prodotto. Il più delle volte non è così.

Che fare in questi casi? Provare a entrare in maggior empatia con il medico e far emergere le problematiche interne con domande, ascoltando la reazione senza interrompere. Il silenzio è d’oro.  Provare successivamente a proporre proprie ipotesi di soluzione e valutare, sempre in silenzio, la reazione. In alternativa, abbandonare la visita, rimandandola ad un momento migliore di attenzione e ascolto.

La classe medica e i nuovi stress lavorativi  

La digitalizzazione è grande opportunità organizzativa per tutti ma, in alcune situazioni, fonte di stress. A tal proposito, i medici di famiglia hanno recentemente fatto emergere un aspetto interessante e ancora poco esplorato. I sistemi di comunicazione medico-paziente quali messagistica (Whatsapp, SMS, e-mail, video call ) se da una parte hanno migliorato la facilità di comunicazione medico paziente, dall’altra possono rappresentare elemento di forte disturbo nella gestione della quotidianità lavorativa.

Il Dott. Alessandro Sabatini approfondisce l’argomento concentrando l’attenzione su un altro aspetto determinante: l’uso corretto dei social  

Un medico su quattro è preoccupato sulla valutazione della propria reputazione social. Il nuovo “potere” dei pazienti si manifesta con una recensione on line negativa. In casi più gravi si arriva anche a minacce sul lavoro e/o alla condivisione di informazioni personali on line.

La preoccupazione del medico nei confronti di tali scenari è facilmente causa di   cecità attenzionale. Il lettore di questo articolo potrebbe eccepire affermando che per un Informatore è importante presentare un farmaco oppure un integratore e non svolgere assistenza psicologica.

I recenti dati di New line sottolineano in modo chiaro che la comunicazione telefonica, tramite Whatsapp, e mail ed SMS, genera un calo prescrittivo di ricette da parte del medico (confronto 2023 vs 2014 con – 1,4% di prescrizioni mediche).

La riduzione prescrittiva diventa motivazione di un acquisto alternativo del paziente di prodotti no/RX. Sarebbe interessante comprendere le componenti percentuali di questa ultima crescita (indicazione del medico, del farmacista, carenza di farmaci Rx, consiglio del parente, amico, ecc…).

Trasformare la cecità attenzionale del medico , in miglioramento  dell’ascolto diventa un progetto di snellimento dei processi di informazione scientifica, come approfondito nel precedente editoriale.

A chi dare la responsabilità della cecità attenzionale?

Un’indagine di Medscape  svolta prevalentemente in Ospedale con qualche risvolto sul territorio, ha evidenziato come principali cause di ansia lavorativa sia motivata da reparti sotto staffati, burocrazia e medicina difensiva.

Misurare il parametro burocrazia

Uno studio americano in medicina di emergenza mette in luce come i medici passano dal 43 al 52% del proprio tempo lavorativo ad inserire dati nel computer con un impegno di 4000click in un turno di 10 ore circa, togliendo l’attenzione necessaria al paziente e al caregiver.

Misurare il parametro medicina difensiva

Questo  atteggiamento protettivo del medico viene valorizzato in “costi inutili”: 10 miliardi di € di esborso annuo.

Può l’Intelligenza Artificiale, se ben gestita dal medico, migliorare i tempi lavorativi, ridurre i costi inutili ed evitare la minaccia del  rischio valutativo negativo da parte del paziente?

Un recente studio dell’Imperial College London sembrerebbe dare una risposta positiva.

È stato confrontato il modo di operare di Chat-Gpt con le risposte di 1249 medici di medicina di base francesi, in merito all’applicazione delle linee guida per un paziente depresso.

Solo un 4% di Medici segue le linee guida che prevedono, nei casi lievi, psicoterapia e un successivo trattamento con farmaci se non si sono ottenuti risultati.

Chat GPT invece, nel 98% dei casi applica le linee guida. Nelle situazioni che appaiono più gravi, Chat GPT segue l’aderenza farmacologica delle linee guida. Al contrario, i Medici di base esprimono livelli di prescrizione farmacologica molto bassi.

L’Informatore come “Missionario Tecnologico”?

La sinergia tra attività umana e IA richiede una formazione medica continua più avanzata per tutti.

Con l’obiettivo di ottimizzare attività / stress lavorativo nel sistema salute, un coach sull’uso delle nuove tecnologie potrebbe essere la possibile soluzione? Il “Missionario Tecnologico”, con le proprie competenze di Marketing e Comunicative, dopo adatta formazione Aziendale, ECM e/o Universitaria potrebbe contribuire positivamente alla causa?

Autore: Roberto Adrower

External lecture di Marketing e Tecniche di Accesso al Mercato Farmaceutico, Processi comunicativi in medicina, presso la Facoltà di Farmacia e Medicina dell'Università La Sapienza di Roma. È stato consigliere nazionale dell’Associazione Italiana Marketing Farmaceutico. Ha ricoperto posizioni di responsabilità nell’organizzazione di numerose società farmaceutiche, sia italiane che multinazionali, in differenti funzioni di Marketing, Supply chain, Affari regolatori.

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