La parola Intelligenza Artificiale (AI), nell’immaginario di molti richiama alla mente alcuni famosi film di fantascienza di stampo futuristico. Tuttavia, l’utilizzo dell’AI, seppur a passo lento, sta prendendo piede contaminando settori, attività e ruoli considerati “di vecchio stampo”.
Recentemente, alcuni modelli di generazione automatica di testi complessi hanno attirato l’attenzione del mondo accademico e aziendale. Tra questi interessanti strumenti, abbiamo testato per voi il tool più discusso degli ultimi tempi.
Si tratta di ChatGPT (Generative Pre-trained Transformer) di OpenAi che abbiamo messo alla prova in rapporto al mondo degli Informatori Scientifici.
Cos’è ChatGPT
Per capire come funziona questa complessa tecnologia, lo abbiamo chiesto direttamente a ChatGPT e questa è la sua risposta:
GPT (Generative Pre-trained Transformer) è una rete neurale di tipo Transformer pre-addestrata utilizzata per generare testo in modo autonomo. Il modello è stato testato su un grande dataset di testo in modo da poter “capire” il linguaggio umano e generare testo in modo plausibile e coerente.
Come possiamo notare, il testo sembra effettivamente scritto da una persona reale grazie alla possibilità di assimilare la struttura del linguaggio e il suo contesto, italiano incluso.
L’utilizzo di ChatGPT è completamente gratuito (per il momento) e di facile accesso: basta creare un account, aprire la chat e iniziare a porre domande, richieste o input per dar via alla creazione di un testo complesso con un solo click.
Come può essere utile il modello GPT per gli Informatori Scientifici
Come la stessa piattaforma, dietro specifica domanda, sostiene, ChatGPT può essere utilizzata per generare “informazioni dettagliate e precise sui farmaci, […] schede tecniche dei farmaci, abstract di studi clinici, […] presentazioni e materiali di formazione per i professionisti sanitari.”
Inoltre, sottolinea orgogliosa l’AI, il suo impiego potrebbe risultare un valido supporto per generare un testo in grado di “mantenere l’obiettività e la neutralità nella presentazione delle informazioni sui farmaci, evitando informazioni parziali o influenzate dalle opinioni personali.”
Abbiamo quindi messo alla prova questo innovativo tool chiedendo di fornirci la scheda tecnica di un famoso farmaco, con la precisa indicazione di strutturare la comunicazione in maniera tale da poterla veicolare ad un medico. La risposta si è dimostrata particolareggiata e dettagliata. L’AI ha infatti generato un testo ricco e articolato, suddiviso in alcune sezioni: introduzione, Indicazioni terapeutiche, Posologia e modo di somministrazione, Effetti indesiderati, Precauzioni d’uso e conclusione.
Stesso interessante risultato anche per il testo generato dietro alla seguente domanda: Come scriveresti un’e-mail a un medico per presentare un nuovo farmaco? Anche in questo caso, l’AI ha restituito un messaggio che appare a tutti gli effetti un’e-mail uscita dal pugno di un Informatore Scientifico in carne e ossa. Sicuramente un’ottima base di partenza, soprattutto quando si è a corto di tempo.
L’Informatore Scientifico secondo l’Intelligenza Artificiale
Ebbene sì, l’AI è anche in grado di formulare un proprio pensiero, una propria visione, frutto, ovviamente, della mole di dati ingurgitati. Tra il serio e il faceto, abbiamo provato a capire cosa ne “pensa” della figura di informatore scientifico in Italia. Ecco i curiosi spunti.
Secondo ChatGPT, gli informatori scientifici sono professionisti altamente qualificati che forniscono informazioni sui prodotti farmaceutici e sulla loro utilizzazione corretta a medici, farmacisti e altri professionisti del settore sanitario. In Italia, sono generalmente visti in modo positivo, poiché il ruolo è percepito come utile e rilevante. Tuttavia, l’AI sottolinea l’importanza di operare in modo etico e trasparente.
A tal proposito, emergono alcuni pregiudizi più comuni sugli Informatori e in particolare: la spinta verso le vendite a scapito del benessere dei pazienti, una scarsa competenza nonché lo svolgimento di attività di informazione inadeguata. Su richiesta, l’AI fornisce generosamente anche una serie di consigli su come conciliare il ruolo commerciale e la responsabilità verso la salute dei pazienti.
Tra gli aspetti frustranti di questo lavoro secondo l’AI troviamo: orari di lavoro impegnativi, la gestione del rifiuto dei medici, il quadro normativo e la pressione verso il raggiungimento dei risultati.
L’Intelligenza Artificiale, inoltre, arriva anche in supporto dei professionisti in cerca di un nuovo impiego e suggerisce di non tralasciare, all’interno del CV, alcune preziose informazioni legate alle specifiche aree terapeutiche gestite. Considerando l’effettiva mancanza di tali elementi in molti curriculum, direi che in questo caso il tool sembra proprio cogliere nel segno.
Previsioni sul futuro
Qual è il futuro degli Informatori scientifici? Questa domanda è spesso causa scatenante di accese discussioni ma anche portatrice di ansia verso eventuali cambiamenti. L’AI, con umiltà, ammette di non poter predire il futuro con certezza, tuttavia, si sbilancia e si dimostra fiduciosa.
Gli Informatori, dichiara: “Potrebbero sperimentare cambiamenti nel modo in cui svolgono il loro lavoro, ad esempio utilizzando nuove tecnologie per raggiungere un pubblico più ampio o cambiando il modo in cui presentano le informazioni per renderle più accessibili. Tuttavia, il bisogno di informare su questioni scientifiche e tecnologiche rimarrà probabilmente costante nel tempo.”
Se lo dice l’Intelligenza Artificiale che viene dal futuro, possiamo dormire sonni tranquilli.
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