Da oltre 20 anni l’Intelligenza Artificiale (I.A) è studiata e programmata per tentare di ottimizzare le attività routinarie. La discussione più frequente è incentrata sulla preoccupazione di come possa incidere sugli aspetti lavorativi in ampi settori.
Se analizziamo la parola “routine”, troviamo vari significati. Prendendo in considerazione l’accezione negativa, indica il ritmo che giorno dopo giorno si ripete in modo sempre uguale. In senso positivo, è la pratica e l’esperienza acquisita non attraverso regole o studio. In ambito Informatico, invece, è un programma al quale si può chiedere di richiamare i dati in memoria.
Anna Maria Testa, saggista e consulente di comunicazione, porta l’attenzione sulla suggestività della terminologia I.A., che pone sempre un rapporto di benchmark con l’intelligenza umana. Parametri come il riconoscimento vocale, della grafia, la comprensione della lettura e del linguaggio o il riconoscimento delle immagini in pochi anni hanno subito una accelerazione senza precedenti ma “spesso non sono all’altezza nel mondo reale”.
Luca Foresti Ceo del Centro Santagostino su Linkedin in effetti sposta l’attenzione su una domanda fondamentale: “cosa possono fare assieme macchine e cervello umano di molto meglio che la sola macchina e il solo cervello non riescono a fare?”
Come in tutti i modelli evolutivi, anche l’Informazione Scientifica avrà un impatto sui modelli lavorativi. “Il missionario tecnologico”, “l’Informazione know “ sarà come sempre in grado di cogliere e allargare i propri orizzonti di ascolto aumentando le modalità la comunicazione e la relazione con il cliente di cui abbiamo già parlato in questo articolo.
Quale è l’ampiezza del mercato virtuale?
100 milioni di persone nel mondo nel 2027 useranno la realtà virtuale secondo le stime di Statista Advertising & Media Outlook condivise in questo articolo de Il Sole 24 ore. Numeri ben lontani da quelli degli utenti smartphone.
Le Generazioni native digitali (generazione Y dei nati tra il 1982 e il 1994 e le Generazioni Z dei nati tra il 1995 e il 2010) alimenteranno e daranno sempre più vitalità e crescita alla realtà virtuale .
Metaverso mondo della salute e del farmaco: a che punto siamo?
Una pubblicità di Meta enuncia: “Con il metaverso un giorno i medici potranno visualizzare le immagini diagnostiche come mai prima e prendere decisioni più rapidamente “andando ad incidere sulla velocità diagnostica del medico, che necessita di un link rapido nella terapia.
Si tratta di una visione nuova della supply chain che dovrà rimettere in gioco gli schemi di pianificazione produttiva e distributiva dei prodotti .
Nel 2015 l’FDA ha approvato un farmaco che utilizza la tecnologia 3D e che quindi “personalizza il dosaggio”.
Allo stesso modo nel 2017 l’FDA ha approvato il primo farmaco a tracciamento digitale, permettendo al medico di controllare l’aderenza terapeutica del paziente schizofrenico.
L’FDA ha anche approvato il primo trattamento di terapia non farmacologica nella realtà virtuale immersiva. In pratica, un programma casalingo di gestione e controllo del dolore attraverso esercizi in grado di ridurre e modulare l’uso di farmaci.
La dematerializzazione della ricetta in Italia ha accelerato la dispensazione del farmaco che richiedeva un “processo routinario”. Il Fascicolo sanitario elettronico permetterà di individuare rapidamente eventuali disfunzioni che sino ad ora venivano accettate dal sistema salute. La telemedicina e la consegna a domicilio dei farmaci stanno trasformando il concetto di “Hospital in Homepital”.
Cosa sarà richiesto all’informazione scientifica? Pianificazione strategia e operatività che non saranno più processi singoli ma verranno svolti in modo continuativo e in tempi rapidissimi, per raggiungere sia gli obiettivi dei singoli informatori che quelli aziendali.
Ma nel Metaverso come sono utilizzati i farmaci?
Se facciamo una ricerca su Farmaci e Metaverso, troveremo una forte concentrazione di progetti incentrati sull’aspetto finale della filiera del farmaco: la vendita in farmacia. Diverse catene di farmacie stanno infatti implementando approcci che impiegano la realtà virtuale, orientati proprio alla vendita verso i pazienti.
Le reti, siano esse di agenti o di Informatori, sia nell’area del farmaco che dell’integrazione alimentare e/o presidi, avranno il compito di comprendere ed entrare più nel profondo dei meccanismi legati agli approcci virtuali di vendita al cliente.
Sia che si tratti di una vendita del farmacista, sia che si tratti di una patologia da controllare da parte del medico, la domanda è sempre la stessa. Quale modello di patient journey viene scelto ad esempio dal paziente diabetico piuttosto che dal paziente con artrite reumatoide?
Compito dell’Informatore, sarà quello di osservatore dei rapporti farmacista-paziente e medico-paziente. La realtà virtuale potrebbe inserirsi in questo ambito come una applicazione nuova. La professionalità dell’Informazione scientifica potrebbe dunque passare da una modalità farmaco-centrico a un orientamento volto a fornire un “servizio”. La figura dell’Informatore in possesso di competenze formative in materia di relazioni medico-farmacista-paziente potrebbe rappresentare un nuovo skill.
Il riconoscimento di questa nuova competenza arricchirebbe i processi di Informazione Scientifica aprendo la strada ad una nuova attività consulenziale, volta a migliorare la comunicazione legata alla prevenzione e all’aderenza terapeutica.
Se tutto ciò funzionasse, si potrebbe aprire la strada a nuovi mercati che aumenterebbero la fiducia degli stackeholder, sempre più attenti ai risparmi che prevenzione e aderenza possono portare al Sistema Sanitario Nazionale.
Un esempio pratico
Il coinvolgimento delle reti di Informazione Scientifica nel processo della realtà virtuale potrebbe far ipotizzare modelli di training gestiti dall’Informatore con simulazioni virtuali quali, ad esempio, la valorizzazione della sopravvivenza a 5 anni, la misurazione della potenziale riduzione di eventi acuti e/o di eventi avversi.
L’Informatore potrebbe esporre e spiegare al medico e/o al farmacista i concreti benefici del proprio farmaco attraverso l’analisi di simulazioni provenienti dai lavori scientifici e attraverso case study con la realtà virtuale.
Gestione del Time Management nell’Informazione scientifica
Nell’articolo di Cristina Musumeci pubblicato su Informatori.it si è già iniziato ad affrontare l’argomento. Google ha annunciato l’avvento delle funzionalità di intelligenza artificiale in Gmail, con documenti che renderanno più veloci i processi di comunicazione, migliorando il Time management ed esemplificando molti dei processi routinari che anche l’Informazione Scientifica affronta ogni giorno.
Concludiamo proponendo una Chart dove abbiamo provato ad affiancare alla strutturazione degli Skills di Business Managment alcuni esempi non esaustivi di utilizzo dei tools della realtà virtuale.
Suggeriamo di provare a costruire una sorta di Game, magari utilizzando le vostre esperienze territoriali per valutare se la Realtà Virtuale, insieme all’Intelligenza umana, possono o meno essere di aiuto nel migliorare i processi e alleggerire la “routinarietà”. Rimaniamo in attesa di Vostri commenti per alimentare scambi di idee e opinioni, affinché possano essere utili per tutti noi.
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