Riprendiamo dallo storico, un vecchio editoriale ancora attuale, relativo alla posizione Enasarco per gli Informatori Scientifici del Farmaco.
Lo avevamo detto e ripetuto varie volte. Un legale, per vie indirette aveva saputo che l’Enasarco, emanando una circolare interna, lo aveva anche scritto. Adesso è on line. Sono stati chiariti tutti i dettagli.
Del resto, se un informatore inizia come agente, versando diversi anni di contributi Enasarco (oltre a quelli Inps), se passa, per caso, ad un contratto da dipendente, ottiene solo l’aumento dei contributi che versa all’Inps (ma qui interviene la nuova azienda) e, purtroppo, anche la perdita totale dei contributi già versati all’Enasarco.
Per questo quando leggiamo “si offre contratto Enasarco” o “provvigioni ai massimi di mercato”, non allarmiamoci.
Perché ci sono moltissimi Informatori-Agenti le cui mansioni possono comprendere, come dice il nome, entrambe le equivalenti funzioni promozionali (ma senza mandato a concludere contratti d’acquisto).
Ecco perché, nel loro caso, l’ambiguo sostantivo “Agente” assume connotati diversi da quelli riportati nel regolamento Enasarco; limitandone l’equivalenza alla modalità di retribuzione, all’attività promozionale dei prodotti (senza conclusioni di contratti di vendita) e a quanto altro concordato con l’azienda mandante dell’attività informativa e promozionale.
Quanto alla “stabilità e continuità” del lavoro, come “conditio sine qua non” oggi, sarebbe come dire che esiste l’araba fenice sia per i dipendenti che per gli Agenti Enasarco. Ma, in effetti, come questa, si inceneriscono frequentemente, lasciando un’azienda, e “risorgono dalle ceneri” lavorando nella successiva azienda.
Si tratta sempre di informatori – come gli Isf dipendenti a CCNL – che, come dice la legge 219/2006, vanno dai medici, ma anche dai farmacisti, ad informarli eticamente, promuovendo l’uso dei loro prodotti e, oggi, questi ultimi, sono pagati, come tanti altri professionisti, non a stipendio ma a provvigioni.
Orribile termine risalente al XIV secolo D.C. da cui deriva anche il termine “approvvigionarsi”, a. 1812; mettere da parte il frutto del tuo lavoro per i tempi magri e per la sopravvivenza della tua famiglia. Non è quello che abbiamo fatto e che facciamo tutti?
Vista anche la lieve ripresa lavorativa del settore, che riduce la ancora grande disoccupazione del paese, sarebbe fare male al proprio paese che l’Enasarco si metta a soppesare con il bilancino, tra gli Informatori-Agenti, quale delle due funzioni sia prevalente; attività inutile, d’altra parte, purché questi rimangano nell’esclusivo mandato informativo e promozionale dei prodotti.
Ecco, infine, la parte che interessa chi vuole fare l’informatore-agente, senza iscriversi all’Enasarco, o, viceversa, chi vuol continuare a versare gli ultimi anni di Enasarco (minimo venti) per poter avere, all’ora giusta, una decente pensione, anzi due.
Francesco Lupinacci
Chi non deve essere iscritto – Enasarco.it
Tutti coloro che svolgono un’attività di intermediazione che:
1. non ha per oggetto la promozione della conclusione di contratti;
2. è priva dei requisiti di stabilità e continuità propri del contratto di agenzia (di cui agli articoli 1742-1752 del Codice Civile).
Pertanto non devono essere iscritti:
- i mediatori;
- i procacciatori di affari;
- i propagandisti scientifici e gli informatori farmaceutici (se l’attività è limitata alla mera propaganda);
- i propagandisti editoriali (se l’attività è limitata alla mera propaganda);
- i depositari e i consegnatari di prodotti (salvo il caso in cui l’attività di deposito o consegna dei beni non sia accessoria rispetto all’attività promozionale;
- gli agenti assicurativi;
- i soci accomandanti delle società di persone (se non ricorre quanto previsto dall’art. 2314, comma 2 del C.C.).
A queste figure professionali non si applica la normativa Enasarco e sono quindi escluse dal trattamento previdenziale della Fondazione.
Qualora un soggetto eserciti una molteplicità di funzioni (ad esempio svolga contemporaneamente attività di agenzia e quella di depositario di merci), l’orientamento della giurisprudenza e della Fondazione è quello di individuare il corretto connotato giuridico in base all’attività prevalente.
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