A seguito dell’articolo “Quanto e come guadagna un Informatore Scientifico in Italia” pubblicato l’1 dicembre 2021, abbiamo lanciato un sondaggio sul compenso dell’Informatore Scientifico, e procediamo ad una analisi dei risultati prodotti.
Innanzitutto, ringraziamo i 562 partecipanti che hanno contribuito, e con le loro risposte ci hanno fornito una fotografia della situazione attuale.
È doveroso fare alcune precisazioni prima di procedere all’analisi dei risultati. Abbiamo ritenuto opportuno somministrare un questionario che non fosse troppo lungo e questo ha limitato l’inserimento di alcune variabili che bisognerebbe tenere in considerazione per poter meglio delineare le diverse situazioni in cui un singolo informatore scientifico opera, ad esempio il settore (Farmaci, Nutraceutico, Dispositivi Medici, soluzioni digitali, ecc..), maggiori scaglioni di stipendio e di fatturato, inquadramento in Monomandato o Plurimandato, anni di esperienza del rispondente e figura professionale ricoperta (Informatore Scientifico Specialist, Area Manager, ecc.).
Riteniamo che i risultati raccolti possano offrire una prima fotografia generale, seppur sfocata, della situazione in Italia e che può rappresentare una bussola di orientamento sui diversi inquadramenti attualmente presenti nel mercato del lavoro.
Visione generale
Come anticipato, al questionario hanno partecipato 562 rispondenti suddivisi nelle seguenti zone d’Italia:
Il bacino dei partecipanti ha affermato di operare nel campo dell’informazione scientifica con i seguenti Inquadramenti:
Compenso per gli Informatori con CCNL Chimici
L’inquadramento con il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei Chimici, dovrebbe essere il principale per l’attività dei professionisti dell’informazione scientifica in Italia ma, come si può notare, esso rappresenta solo il 38% sul totale dei rispondenti.
La retribuzione annua lorda, riscontrata con questo inquadramento, si attesa tra due principali scaglioni:
tra 35.000 € e 50.000 € nel 53,03 % dei casi
Tra 50.000 e 100.000 € nel 37,88 % dei casi
I due estremi (meno di 35.000 e più di 100.000 €) rappresentano rari casi, l’8,08 % nella prima categoria e l’1,01% nella seconda.
Compenso per gli Informatori con CCNL Commercio
A seguito dello spostamento della figura degli Informatori Scientifici del Farmaco e del parafarmaco sotto la divisione Marketing e Vendite e il nascere delle linee di informazione orientate ad attività di vendita, risulta evidente l’inserimento con un Contratto Collettivo Nazionale orientato a questa attività.
A livello nazionale, sulla base del campione oggetto dell’analisi, il CCNL Commercio rappresenta un’incidenza minore, pari al 13,88 %, rispetto al contratto dei Chimici e l’attività in P.IVA.
In generale, coloro che operano con questo inquadramento affermano di ricevere una retribuzione annua lorda che, nella maggior parte dei casi, è:
Inferiore ai 35.000 € (65,22%)
Tra 35.000 € e 50.000 € (26,09%)
In rari casi, si superano queste soglie con un range retributivo compreso tra i 50.000 e i 100.000 € (7,25%) o superiore ai 100.000 € (1,45%).
La situazione degli Informatori in Partita IVA o Libera Professione
In Italia, con l’aumento di piccole realtà operanti nel settore Nutraceutico e Dispositivi Medicali che in alcuni casi rappresentano esclusivamente aziende orientate al commercio di tali prodotti, l’inquadramento con Partita IVA risulta essere quello maggiormente applicato, rappresentando il 47,69 % dei casi, sul campione analizzato.
Il fatturato annuo lordo, riscontrato in questa categoria, nella maggior parte dei casi (80,57%) non supera i 50.000 € e solo l’11,74 % dei rispondenti arriva a 65.000 € rientrando, di fatti, nella gestione a regime forfettario / agevolato che prevede delle agevolazioni nei primi 5 anni di attività.
Sono rari e minimi i casi in cui si superano queste soglie e si raggiungono i 100.000 € (4,05%) e si superano i 100.000€ solo nel 3,64% dei casi.
Differenze territoriali
Proponiamo di seguito una lettura dei dati, concentrandoci sulle tre principali aree del territorio italiano: Nord, Centro e Sud e Isole, per poter meglio dare uno spaccato che possa rispondere a dinamiche di mercato del lavoro legate al territorio.
Nord Italia
L’inquadramento contrattuale rilevato dai rispondenti che hanno affermato di operare nelle regioni del Nord d’Italia presenta il seguente trend: CCNL Chimici (43,55%) seguito da Partita IVA (40,32%) ed in fine CCNL commercio (16,13%).
Le fasce retributive o di fatturato dei tre inquadramenti rispecchiano l’andamento descritto in precedenza a livello nazionale, con i principali scaglioni rappresentati da:
CCNL Chimici: Tra 35.000 € e 50.000 € (53,33%)
CCNL Commercio: Meno di 35.000 € (68,97%)
Partita IVA: Tra 35.000 € e 50.000 € (78,26%)
Nel grafico è possibile notare nel dettaglio le tre tipologie di inquadramento con le relative incidenze percentuali in base ai vari scaglioni di compenso / fatturato.
Centro Italia
L’inquadramento contrattuale rilevato dai rispondenti che hanno affermato di operare nelle regioni del Centro Italia presenta il seguente trend: CCNL Chimici (43,90%) seguito da Partita IVA (40,09%) ed in fine CCNL commercio (13,01%).
Le fasce retributive o di fatturato dei tre inquadramenti, anche su quest’area, rispecchiano l’andamento descritto in precedenza a livello nazionale, con i principali scaglioni rappresentati da:
CCNL Chimici: Tra 35.000 € e 50.000 € (61,22)
CCNL Commercio: Meno di 35.000 € (76,92%)
Partita IVA: Tra 35.000 € e 50.000 € (77,08%)
Nel grafico è possibile notare nel dettaglio le tre tipologie di inquadramento con le relative incidenze percentuali in base ai vari scaglioni di compenso / fatturato.
Sud e Isole
L’inquadramento contrattuale rilevato dai rispondenti che hanno affermato di operare nelle regioni riferite all’area d’Italia Sud e Isole presenta il seguente trend: Partita IVA (55,34%) seguito da CCNL Chimici (32,02%) ed in fine CCNL commercio (12,65%).
Le fasce retributive o di fatturato dei tre inquadramenti, anche su quest’area, rispecchiano l’andamento descritto in precedenza a livello nazionale, con i principali scaglioni rappresentati da:
CCNL Chimici: Tra 35.000 € e 50.000 € (47,30%)
CCNL Commercio: Meno di 35.000 € (55,56%)
Partita IVA: Tra 35.000 € e 50.000 € (83,72%)
Nel grafico è possibile notare nel dettaglio le tre tipologie di inquadramento con le relative incidenze percentuali in base ai vari scaglioni di compenso / fatturato.
Conclusioni
Sulla base di quanto riportato nell’analisi descritta sopra, si può affermare che un Informatore Scientifico in Italia tende a percepire un compenso per l’attività svolta che varia in base al suo inquadramento contrattuale.
Emerge il fatto che le partite IVA, oltre a subire maggiormente gli impatti del cuneo fiscale, siano quelle che in quest’ambito guadagnano meno, superando in rari casi la fascia di fatturato tra 35.000 € e 50.000 €.
La retribuzione più alta viene riscontrata nell’inquadramento con il CCNL dei Chimici che si attesta tra 35.000 € e 50.000 € e tra 50.000 € e 100.000 €.
Ci rincuora la bassa incidenza dell’inquadramento con CCNL Commercio che di fatti evidenzia la retribuzione inferiore rispetto alle altre due categorie, con dimensioni da meno di 35.000 € e da 35.000 € a 50.000 €
Torneremo sull’argomento, proponendo un questionario che includa le dimensioni omesse per approfondire e mettere maggiormente a fuoco la fotografia presentata oggi.
Informatori.it ringrazia nuovamente tutti i partecipanti al sondaggio. Per non perdervi le survey future e poter contribuire al lavoro di analisi, ricerca e condivisione di importanti dati e insight legati alla professione dell’Informatore Scientifico, vi chiediamo di iscrivervi al mailing dedicato, che trovate di seguito.
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