Pronto un vademecum: “Informazione scientifica negli studi”
Il percorso professionale (e umano) dei medici di famiglia e degli informatori scientifici del farmaco continua ad essere comune anche e soprattutto dopo il lockdown e lungo tutta la strada che ci porterà, speriamo presto, ad uscire totalmente da questa emergenza.
A confermarlo una indagine della FIMMG, la Federazione dei medici famiglia, che verrà resa disponibile in questi giorni e di cui informatori.it ha avuto alcune anticipazioni dal responsabile del centro studi Paolo Misericordia. In queste settimane il tema dell’informazione scientifica è stato ampiamente dibattuto soprattutto a causa dell’incertezza causata dalle mancate indicazioni generali da parte del Governo nazionale e dal fatto che le Regioni sono state lasciate andare a ruota libera con organizzazioni, indicazioni, ordinanze, che sono cambiate a seconda dei territori gettando il settore completamente nel caos.
Si è dunque passati dallo stop totale ad una ripresa incerta con i medici che, in assenza di indicazioni precise, non hanno permesso l’accesso negli studi, lo hanno permesso a metà, sono stati costretti ad affidarsi a telefonate e call center o, peggio ancora, a bloccare completamente l’attività di informazione scientifica a danno della loro stessa professionalità. Diciamolo pure, le cose andavano gestite diversamente e come molti hanno detto (qui, ad esempio, ne abbiamo parlato col presidente della FEDAIISF, Antonio Mazzarella), la mancanza di una rappresentanza istituzionale per la categoria degli ISF e l’assenza di un albo (qui abbiamo parlato del tema con la deputata pentastellata Rosa Menga, che ha presentato una proposta di legge ad hoc) non hanno certo aiutato.
Cosa dicono i medici
Molti studi, indagini, statistiche, interviste, hanno confermato che nel grande caos di questi mesi alcuni hanno provato le nuove tecnologie affidandosi a webinar, incontri per via telematica, convegni online e molto altro. Esperimenti positivi in molti casi ma che, di fatto, convincono poco la categoria dei medici che, parola della loro federazione “preferiscono il contatto diretto e preferiscono che a fare informazione siano gli informatori scientifici”. Stop, semplifichiamo noi, no ai call center.
Il centro studi FIMMG
Le anticipazioni di cui il dottor Misericordia ha parlato ad informatori.it sono positive più che altro perché confermano, semmai ce ne fosse stato bisogno, che la categoria degli ISF ha un legame strettissimo con i medici perché, parole dello stesso esponente di FIMMG, “in questo lavoro il rapporto umano è essenziale”. Cosa ha riguardato lo studio: “La categoria conosce perfettamente l’impegno degli informatori scientifici del farmaco, conosce perfettamente la loro attività professionale che è costituita da un forte legame di fidelizzazione con i medici perché il canale principale tramite il quale accedono all’informazione scientifica. Gli ISF hanno certamente sofferto in particolar modo il blocco di tutte le attività presso le strutture sanitarie, c’è stata poca chiarezza e questo è evidente. Per questo abbiamo pensato di chiedere il parere dei medici e le risposte non hanno lasciato spazio ad alcun dubbio: il rapporto resta strettissimo e poi parliamo di moltissimi posti di lavoro che tutti noi sentiamo il dovere, per quanto possibile di salvaguardare non per cortesia ma perché nella sostanza rientrano pienamente nella nostra attività.
Mille medici
Il campione a cui ha fatto riferimento la FIMMG per il suo studio ha coinvolto mille medici in maniera rappresentativa su tutto il territorio nazionale. “A loro – prosegue Misericordia – abbiamo chiesto quali fossero le modalità con le quali erano riusciti, prima del Covid, ad avere un aggiornamento sul farmaco nel quotidiano. Ci è stato risposto che l’accesso in studio per gli informatori scientifici era il canale che di gran lunga rappresentava la maggior fonte informativa. Più dell’83% dei medici intervistati ha confermato questa linea di condotta con la restante parte che utilizzava altre soluzioni come riviste, convegni o ricerche online. E questo senza grosse differenze sul territorio nazionale. Abbiamo poi chiesto quale fosse la modalità di accesso agli ISF e su questo tema c’è stata una differenza tra sud dove era consentito senza appuntamento e nord con appuntamento. Altri, ma meno, per appuntamento. Sul tema relativo alla ripresa dell’attività scientifica la maggioranza dei medici ha confermato che il modo era sempre e comunque tradizionale, dunque incontro diretto in studio magari previo appuntamento per evitare affollamenti. Si è parlato anche dell’alternativa delle sessioni video o altre tecnologia ma i medici, su questo sono stati categorici: solo tramite informatore scientifico e molti – prosegue il responsabile del centro studi della FIMMG – hanno voluto sottolineare l’indisponibilità a telefonate o call center. Insomma la pretesa di voler sostituire con una telefonata una attività che era ed è molto improntata sulle relazioni è qualcosa che logicamente non rappresenta il desiderata del medico. Ok al videoconsulto quando occorre ma sempre con informatore scientifico e questo è un aspetto che tutti sottolineano”.
La presa di posizione di FIMMG
A questo punto la domanda inevitabile circa l’esigenza di un impegno diretto della stessa federazione dei medici di famiglia trova una conferma da parte del dottor Misericordia: “Daremo certamente delle indicazioni, anche alla luce di questo studio”. Nel marasma generale si trova la luce di una via di condotta unica almeno sul fronte professionale del personale sanitario: “Stiamo pensando a un vademecum, che renderemo disponibile nei prossimi giorni, che conterrà le linee guida per gestire l’informazione scientifica. Si potrà andare in studio, per quanto ci riguarda, magari previo appuntamento possibilmente o comunque in orari marginali all’attività con i pazienti. Evitiamo le sale d’attesa affollate ma spazio al lavoro di tutti”. E a un legame indissolubile, evidentemente.
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