Come inizia il percorso dell’Informatore Scientifico? Ce lo spiegano i docenti della Sapienza

Come inizia il percorso dell’Informatore Scientifico? Ce lo spiegano i docenti della Sapienza

Da un lato ci sono le aziende, sempre alla ricerca di talenti già pronti e ben preparati, dall’altro c’è il mondo universitario con docenti che formano ogni anno giovani entusiasti e pieni di aspettative. Il Presidente del corso di laurea in Scienze Farmaceutiche Applicate dell’Università Sapienza di Roma, Pietro Matricardi e la collega Annabella Vitalone, responsabile delle Relazioni Esterne, ci raccontano il percorso dei futuri Informatori Scientifici.

Ascolta il podcast di seguito o leggi l’intervista

Con riferimento particolare al percorso volto a formare gli Informatori Scientifici, quali obiettivi si pone il corso di studi?

Annabella: il corso di studi in scienze farmaceutiche applicate è finalizzato alla formazione di laureati che abbiano acquisito delle competenze multidisciplinari che vanno da discipline matematiche, fisiche, chimiche, biochimiche e più in generale tutte le discipline biologiche, il tutto associato a competenze aziendali e a una parte di conoscenze relativa alla normativa oggetto del settore. Va detto che, per migliorare la fruibilità, quindi l’accesso a queste informazioni e in ottica di trasparenza, chi è interessato ad approfondire gli obiettivi del nostro corso di studi li può tranquillamente trovare nel nostro manifesto e nella sezione del corso di laurea che pubblicata sul sito della Sapienza.

Quali sono le prospettive occupazionali del corso una volta concluso il percorso?

Annabella: le prospettive occupazionali sono numerose perché il laureato in scienze farmaceutiche applicate, con particolare riguardo anche all’Informatore Scientifico del domani, ha degli sbocchi che sono sia nel pubblico che nel privato: nel pubblico nell’ambito del servizio Sanitario Nazionale e Regionale, mentre nel privato può inserirsi in aziende, non solo farmaceutiche, ma anche realtà che si occupano di integratori alimentari, industrie chimico-farmaceutiche specializzate in nutraceutica, cosmetica, presidi medico-chirurgici ma anche in un settore molto più recente, come quello che riguarda la promozione la pubblicizzazione dei prodotti per la salute. Infine, non meno importante, un’altra prospettiva è quella di essere coinvolti nella rilevazione post-marketing relativa alla sicurezza di impiego dei prodotti.

Come mai avete scelto di inserire un’esperienza di tirocinio all’interno di questo corso?

Annabella: Beh, diciamo che più che una scelta è stata una previsione normativa che però ci ha fatto molto piacere perché potrebbe essere veramente molto utile per avvicinare, fin da subito, gli studenti a quello che poi, in realtà, è il mondo del lavoro che li aspetta.

A tal proposito, viene spontaneo chiedersi che cosa si aspettano, di solito, i neoiscritti al corso di laurea: hanno già le idee chiare rispetto a loro futuro oppure si sentono ancora incerti?

Pietro: sono ancora incerti! Quando si esce dalle scuole superiori si hanno tante idee, a volte confuse, rispetto a cosa si verrebbe fare da grandi. Ma come questo si possa concretizzare non è sempre chiaro. Senza dubbio, il corso di laurea deve aiutare gli studenti che si iscrivono a capire bene dove sono collocati, in modo tale che possano vivere pienamente il loro percorso. È per questo che il nostro corso organizza degli incontri proprio per spiegare che cos’è la professione di Informatore Scientifico del Farmaco, così come le altre figure professionali che possono essere formate. Accanto a questo, c’è anche la partecipazione dei docenti nell’orientare gli studenti in modo tale che fin dall’inizio possano avere un’idea più precisa di quella che è la figura professionale verso la quale stanno andando.

Cosa potrebbe trovare in questo corso di laurea un aspirante Informatore Scientifico?

Pietro: un aspirante Informatore Scientifico troverà la tradizionale didattica frontale, all’interno della quale vengono affrontate tutte le tematiche di tipo chimico, farmacologico e così via. Accanto a questo, per aumentare la consapevolezza e completare il percorso culturale, abbiamo affiancato attività di tipo formativo e informativo basate su seminari, incontri specifici con i settori industriali o pubblici che hanno un interesse diretto verso la professione di Informatore Scientifico, così come tutta una serie di attività che consentano agli studenti di vivere il corso di laurea in maniera piena, perché possono arrivare alla fine del triennio con una maggiore consapevolezza e una maggiore preparazione.

Annabella: Io ci tengo a specificare che, tra la parte didattica applicativa e la parte puramente e squisitamente applicativa dei contatti con il mondo di lavoro, mi iscriverei al corso in Scienze Farmaceutiche Applicate con indirizzo informatore anche solo per una sete di cultura personale! La formazione che dà è veramente trasversale.

Quindi, gli studenti entrano in università con le idee incerte ma, alla fine dei tre anni, quale percorso intraprendono?

Pietro: il nostro corso di laurea si pone la finalità di formare, in un triennio, delle persone pronte per entrare nel mondo del lavoro, quindi una buona parte dei nostri studenti, una volta laureati, entra direttamente nel mondo delle professioni. Però, alcuni studenti, proprio perché animati anche da quello che diceva un attimo fa Annabella, ovvero la sete di cultura, desiderano aumentare le loro conoscenze e il loro livello di istruzione partecipando a un corso magistrale. I neolaureati triennali possono iscriversi a corsi di laurea magistrale approfondendo, ad esempio, gli aspetti tossicologici o la comunicazione scientifica biomedica per poter entrare meglio nel mondo del marketing e della promozione del medicinale. Oppure ci sono corsi di laurea che si occupano, in generale, della Salute: dietetica, nutrizionistica e così via. Insomma, ci sono una serie di possibilità. Non ultima anche quella, per gli studenti che desiderano poi approfondire le competenze sul farmaco, di intraprendere un altro tipo di professione che è quella del farmacista, iscrivendosi anche a un percorso quinquennale. In questo caso si ricomincia da capo ma alcuni esami vengono riconosciuti.

Parlando proprio della figura dell’Informatore Scientifico, dopo i primi 3 anni qual è la percentuale di persone che sceglie questa strada?

Già all’interno del corso in scienze farmaceutiche applicate viene va fatta una scelta da parte degli studenti poiché sono presenti due indirizzi: Tecniche Erboristiche e Informazione Scientifica Sul Farmaco. Circa metà delle persone sceglie l’informazione Scientifica come il percorso di studi. Vale la pena ricordare che lo scorso anno abbiamo avuto 800 iscritti al primo anno. Quest’anno ne avremo circa 500 ma, insomma, sono sempre numeri molto molto grandi! Rispetto a quanti diventano Informatori Scientifici del Farmaco, i dati non sono certi ma saranno circa un 20% del totale.

Che cosa verreste dire alle future matricole?

Annabella: sarebbero tante le cose da dire. Innanzitutto, il nostro è un corso giovane, con poco meno di una cinquantina di docenti che seguono in modo attivo tutti gli scritti: in aula, con forme di tutoraggio, con consigli e garantendo una facile reperibilità dei docenti. Forse sarebbe opportuno che, ancora prima di diventare matricole, gli eventuali interessati a questo corso di laurea partecipassero ad una manifestazione molto ricca di contenuti che è “Porte aperte alla Sapienza” in modo da formarsi un’idea prima di iniziare. Successivamente, a mio avviso, sarebbe opportuno che le future matricole riuscissero a farsi conoscere dai docenti in moda da instaurare un rapporto studente-docente continuativo. Un altro consiglio è quello di cercare di studiare durante la frequenza, perché se riuscissero a conseguire tutti i crediti formativi del primo anno entro il 31 ottobre potrebbero avere accesso ad un percorso di eccellenza di durata biennale e riservato agli studenti meritevoli, per i quali ci può essere un approfondimento ulteriore, di integrazione culturale, legato anche all’ imprenditorialità.

Annabella, c’è qualcosa che vorresti dire alle aziende?

Annabella: invece del classico AAA cercasi, direi III ovvero: Investire, Investire, Investire! Perché bisogna crederci in questa figura professionale anche perché, grazie al fatto che le persone iscritte provengono da un corso di laurea triennale, sono tendenzialmente molto giovani e possono essere formate dal punto di vista professionale e aziendale al meglio, anche in funzione della richiesta dell’azienda stessa. Tra l’altro sono risorse animate da grande volontà di continuare ad imparare.

Autore: Cristina Musumeci



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