Dopo tutte le vicende legate alla pandemia per il COVID si è acceso il dibattito su una possibile riforma del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e questo comporterebbe, inevitabilmente, importanti cambiamenti anche nel lavoro dell’Informatore Scientifico (IS).
Così, per individuare meglio il futuro, ho pensato di riassumere l’evoluzione del ruolo dell’IS dalla costituzione del SSN a come lo abbiamo conosciuto in questi anni.
Costituzione del SSN (1978)
Il SSN nasce il 24 dicembre 1978 con la Legge 833, che introduce un modello universalistico di tutela della salute, sostituendo il vecchio sistema mutualistico e ponendo la spesa a carico dello Stato. La Legge organizza ospedali e strutture territoriali, attribuendone la competenza alle Regioni, per questo nascono le Unità Sanitarie Locali (USL). Da subito emerge la difficoltà di assicurare una domanda sanitaria potenzialmente infinita con vincoli finanziari sempre più restrittivi.
Il quadro della situazione dell’informazione scientifica in quel periodo si può riassumere come un “mondo artigianale” che era molto diverso da quello industriale e globalizzato che viviamo oggi: i medici erano pochi, molto rispettati e indipendenti; gli Informatori, anche loro pochi e in certe zone pochissimi, erano spesso senza competenze specifiche, autonomi e ben remunerati (sia chi era a stipendio sia chi era a provvigione); i farmaci erano meno performanti, con pochi studi ed evidenze: contava soprattutto l’esperienza del singolo professionista.
Aggiungo che esistevano molte aziende farmaceutiche “a conduzione familiare”, frutto dello sviluppo del settore farmaceutico nel dopoguerra che aveva spinto molti farmacisti ad allargare il proprio laboratorio e aveva permesso loro una crescita interessante.
I grandi lanci e le grandi reti (anni ’80 e ’90)
Gli anni ‘80 hanno cambiato il mondo farmaceutico, soprattutto grazie a una serie di farmaci che si sono imposti nel modo di trattare le malattie più diffuse. Erano, e ancora sono, farmaci che hanno rivoluzionato la medicina; faccio due esempi: la nascita della moderna terapia antipertensiva e il superamento della chirurgia nella cura dell’ulcera gastrica.
Questi stessi farmaci hanno alzato anche il livello di conoscenza perché i loro benefici avevano base scientifica, avevano le evidenze che ne provavano l’efficacia e la buona tollerabilità. Ricordo che in questi anni è cominciata l’era dei grandi trial clinici, base per la revisione di tutte le Linee Guida e dei Protocolli Terapeutici, che sempre più vengono stabiliti a livello locale.
Oltre al lato clinico, questa generazione di molecole presentava due pregi: un prezzo decisamente remunerativo e la possibilità di un’ampia prescrizione. Ciò ha significato alti fatturati per le aziende farmaceutiche che hanno cominciato a investire sulla ricerca e su grandi reti di Informazione.
Se negli anni precedenti una rete ben strutturata contava, in tutto, un centinaio di persone ora il numero si moltiplicava, arrivando a fine secolo a reti, con più linee, da oltre mille persone. Così i medici vedevano l’IS non più ogni tre mesi ma ogni mese, o ancora più spesso, poiché era sempre più spesso utilizzato il co-marketing, per cui il titolare del brevetto distribuiva licenze a più aziende.
Su questa situazione ha avuto una grande influenza l’obiettivo della massima “share of voice”, cioè “la quota delle citazioni generate riguardo al farmaco nei diversi canali di comunicazione”, in assoluto e rispetto ai concorrenti; in pratica seguendo il principio: più visiti e ne parli con il medico, più lui prescrive.
Aggiungo che, dagli anni ’80, i dati vendita diventano sempre più capillari: si passa dai dati grossista (raccolti per provincia) ai dati IMS, prima a livello provinciale poi si arriva a monitorare aree con sole cinque farmacie. Per l’IS ha significato un maggior riconoscimento del merito ma anche un maggior controllo, arrivando ad una vera “ossessione per i dati vendita”, commentati in ogni occasione di incontro aziendale.
Un altro aspetto interessante è che il numero di Informatori aumenta senza che il livello retributivo diminuisca, anzi. Sono anni in cui fare l’IS è, per i neolaureati, il modo più facile per iniziare una professione decisamente ben retribuita. In più, nascono nuove figure chiamate a guidare la nuova Sanità a livello regionale e locale, così, per una miglior gestione di questi interlocutori, compaiono nuove figure anche nell’ambito delle reti aziendali di informazione e promozione.
La regolamentazione del settore farmaceutico (anni ’90 e successivi)
Aziendalizzazione della Sanità. Con la riforma Bindi (1992-1993 e 1999) si rafforza il potere delle Regioni e si rafforza l’impostazione del SSN come un’azienda con l’idea di razionalizzare la spesa sanitaria, pur mantenendone i principi ispiratori.
Le USL diventano aziende con autonomia organizzativa (Aziende Sanitarie Locali), vengono introdotti nuovi criteri di finanziamento e spesa, ciò potenzia il ruolo delle Regioni. In seguito, la legge 3 del 2001 (riforma del Titolo V della Costituzione) ridisegna le competenze di Stato e Regioni in materia sanitaria e saranno gli accordi tra Stato e Regioni a regolare l’assistenza pubblica in Italia.
Ogni Regione deve assicurare i servizi di assistenza sanitaria e ospedaliera. Per garantire la tutela della salute e contenere la spesa sanitaria nascono i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), le prestazioni e i servizi che il SSN, in pratica le Regioni, è tenuto a fornire su tutto il territorio a tutti i cittadini, gratuitamente o con partecipazione alla spesa (ticket). Alla fine, l’aziendalizzazione, invece di migliorare le prestazioni e il contenimento dei costi, ha portato a una dequalificazione delle risorse umane, un aumento dei tempi di attesa e, in ultima analisi, una caduta di qualità ed efficacia (senza un vero contenimento dei costi, anzi).
Suddivisione del Prontuario in Fasce. Nel 1992, dopo la valutazione di ogni singolo farmaco, con un’attenzione particolare alle evidenze cliniche, il Prontuario viene suddiviso in tre fasce (A, B, C) di cui solo la prima rimane totalmente rimborsata mentre per la classe B è richiesto un ticket e la classe C passa a totale carico del paziente. Questo comporta una vera rivoluzione dei listini delle aziende (in pratica alcuni farmaci, che costituiscono il 15% del fatturato totale, devono essere pagato direttamente dai pazienti) e anche del lavoro degli Informatori Scientifici, con la conseguente perdita di molti posti di lavoro.
Gli anni ’90 sono anche caratterizzati da grandi scandali nella Sanità, in particolare nell’ambito farmaceutico. Nel 1993 Duilio Poggiolini, ex direttore generale del servizio farmaceutico nazionale, è accusato di prendere tangenti dalle case farmaceutiche per inserire i loro prodotti nei prontuari (memorabile è la scoperta di lingotti d’oro e denaro contante per miliardi delle vecchie lire nascosto nei pouf del suo salotto). Nel 1994 l’ex ministro della Sanità, Francesco De Lorenzo, viene arrestato in relazione a tangenti ottenute da industriali farmaceutici dal 1989 al 1992.
Per gli IS l’anno cruciale è il 1996, quando il Decreto Legislativo 122, ne ha delineato, in modo chiaro, caratteristiche ed attività: “L’attività di Informatore Scientifico si concretizza nelle visite, da parte di quest’ultimo, ai medici in ambulatori, in studio, in ambiente ospedaliero, con la finalità di illustrare la composizione, le caratteristiche tecnologiche, l’efficacia terapeutica, le controindicazioni, i modi d’impiego e la posologia ottimale di nuovi farmaci oppure quelli il cui uso è ormai consolidato”. Una conseguenza della nuova regolamentazione è anche la limitazione a svolgere la professione solo ai laureati in materie scientifiche (Farmacia, Biologia, Medicina e poche altre). L’ultimo aggiornamento normativo è il DL 219 del 2006.
A fine secolo anche Farmindustria propone un suo codice deontologico, per normare il comportamento delle aziende del settore e quello degli IS. Nel tempo il codice, assieme a numerosi provvedimenti legislativi, limiterà pratiche consuete negli anni precedenti, ne sono esempio l’organizzazione dei congressi medici e il valore degli omaggi (gadget) alla classe medica che vengono, via via, drasticamente ridotti.
Il nuovo millennio porterà una crisi che andrà a influire in maniera profonda sulla professione di Informatore Scientifico. Proseguiremo con la nostra Breve storia dell’informazione Scientifica dal nuovo millennio a oggi nell’editoriale della prossima settimana.
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