Durante la nostra giornata lavorativa accade anche questo:
“Mi trovò davanti alla porta del medico con cui ho preso appuntamento.
Sento che c’è’, visto che lo sento parlare perché’ la porta non si erge a baluardo della tanto propagandata privacy.
Prima o poi si libererà’ ed io potrò finalmente parlargli.
Ma intanto si avvicina una ragazza che spinge una sedia a rotelle con una signora affranta nell’animo e nel corpo. “
Mamma “ le dice la ragazza “mi hai fatto prendere un grosso spavento questa notte ,sono partita da Roma e ti trovo in ospedale “”Mi dispiace, ma appena abbiamo sentito il medico,torna a casa” .
Si apre la porta, “venite”!
Non faccio in tempo a farmi vedere, ma non forzo e penso e’ più urgente la signora!
Passano i minuti, siamo arrivati a oltre quaranta.
Si apre la porta esce la sedia a rotelle con la signora ancora più’ affranta nell’animo e nel corpo.
Viene spinta dalla ragazza che cerca di trattenere le lacrime.
Una infermiera porta via la madre “signora non si preoccupi iniziamo subito la terapia e vedrà che starà’ meglio!”
La ragazza resta sola. Si guarda attorno e il suo pianto diventa più’ liberatorio. Mi guarda mi viene da abbracciarla e quasi automaticamente ritrovo le sue braccia intorno alle mie spalle.
La ragazza si scusa e se ne va…… Dalla stanza :
“ Ciao vieni hai novità’ ?” Si una, oggi mi sono sentito veramente utile! “
Alvaro Lanfaloni Informatore scientifico del farmaco
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