Caro Francesco, seguo il tuo sito ormai da innumerevole tempo e ti sono grato perché un vecchio signore dell’informazione scientifica del farmaco (mi reputo ancora un ITS) come me ha trovato le sue ultime opportunità grazie a te.
Ti scrivo, ed è la prima volta che trovò il coraggio di farlo, perché voglio rendere pubblico il mio sentimento di disagio per un colloquio che ho fatto con una CSO appena sbarcata in Italia, che mi ha fatto sentire come un cencio prima di essere buttato via.
Prima di tutto ho dovuto fare molti kilometri per raggiungere il luogo del colloquio (io sarò anche abituato ai tempi che furono ma sostenere un colloquio in un bar chiassoso parlando di dati sensibili miei ed a Società mi è sembrato già strano di per se) ma si sa al giorno d’oggi per un lavoro questo ed altro.
La cosa però più grave è essermi sentito messo da parte sin da subito per la mia età, che tra l’altro era ben riportata sul CV, con un atteggiamento della persona che ha gestito il colloquio scostante e disprezzante della mia etica professionale; che tra l’altro dovrebbe imparare per primo poiché non ha mai detto di lavorare per una CSO ( Contract Sales Organization – Organizzazione Vendite a contratto. Ndr ) ma ha fatto intendere di lavorare direttamente per la Società che ha dato mandato al progetto che sta partendo.
Parlando poi con altri colleghi ho saputo che si trattava di una CSO (per cui sia chiaro non ho preclusioni di sorta).
Ti chiedo di pubblicare queste due semplici righe per dare il coraggio ai colleghi attempati come me di non abbandonarsi allo sconforto e di guardare con coraggio al futuro anche quando veniamo trattati come pezzuole.
Grazie da PIPPO
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