Riceviamo e pubblichiamo lo spunto di riflessione inviato da un Informatore Scientifico del Farmaco, lettore di Informatori.it.
Ringraziamo in anticipo per il suo contributo, buona lettura!
Buongiorno,
Vi seguo da quando siete nati ed ho sempre apprezzato i contenuti e le discussioni scaturite dai lettori .
Vorrei proporre una discussione sul Co-Marketing che caratterizza il mercato farmaceutico in Italia da tantissimi anni.
Per chi non lo sapesse il Co-Marketing è la cessione in licenza di un farmaco ad un’altra azienda (di solito Italiana) che viene poi commercializzato con un nome diverso ma con stesso prezzo, confezione e principio attivo .
Perché le aziende titolari del brevetto del nuovo farmaco ricorrono al Co-Marketing?
Presto detto : vendere di più tramite una maggiore pressione promozionale .
E l’Informatore Scientifico del Farmaco In che ruolo si trova? Quantomeno ambiguo e sicuramente sgradevole .
Quante volte ci si trova nello stesso ambulatorio con il collega ISF che ha in borsa il Co-Marketing del nostro farmaco, quante volte si entra dal medico consapevoli che è più importante che si ricordi il mio brand piuttosto che una informazione corretta e imparziale ma senza pressione che andrebbe a vantaggio del collega che verrà dopo? La professionalità dove va a finire? E il collega che viene dopo cosa chiederà al medico se non di scrivere un po anche il suo che è uguale ma deve vivere anche lui o magari in nome dei tempi passati e delle iniziative passate.
Io rispetto tutti i colleghi come è giusto che sia, ma alle aziende andrebbe tolta la possibilità di ricorrere al Co-Marketing per due motivi:
- Minor forzatura del mercato
- Maggior serenità e professionalità di ognuno di noi
Aggiungo e concludo, che forse le ditte Italiane sarebbero costrette a investire maggiormente nella ricerca di farmaci propri con beneficio del sistema paese.
Cordiali saluti
Proponiamo un approfondimento sul tema del Co-Marketing Farmaceutico dal punto di vista aziendale che non mette in luce l’aspetto sollevato dal nostro ISF sulla quotidiana attività d’informazione presso i medici
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