Ciao Gianfranco,
sin dal tempo dei “Frentani”, allora ti ho conosciuto, abbiamo provato a sperimentare un nuovo modo di stimolare il Sindacato dal basso, tentando di riunire le RSU, senza distinzione di sigla, in un unico progetto di condivisione delle lotte e dei successi, di ogni singola RSU, per poter creare un contenitore comune dal quale ognuna potesse attingere per affrontare le esigenze contingenti. Un bel progetto ucciso dalla carenza di mezzi economici.
Ora siamo singoli volontari prestati al Sindacalismo e la nostra critica, giusta o meno purché intellettualmente corretta, possiamo esprimerla attraverso i mezzi che, generosamente, ci mettono a disposizione altri attori del mondo farmaceutico ( siti associativi o siti , coraggiosamente, creati da ex colleghi ).
Vengo subito al punto:
Nella tua citazione di Calenda, nel tuo articolo “riflessioni e feudalesimo” in risposta all’esperienza esposta da Antonio Giammei, mi sembra di vivere il fastidio che ti ha pervaso nel leggere le mie affermazioni.
Voglio subito rassicurarti che ciò che ho scritto su Calenda (nell’articolo “È meglio difendere il Lavoratore o il Lavoro?”) deriva, unicamente, dallo stupore di dover ascoltare la frase :“bisogna tornare a difendere il Lavoratore e non il Lavoro”, da un ex Ministro e non da un Sindacalista.
Forse Calenda segue una strategia dettata dai poteri forti per narcotizzare ancor di più i Lavoratori, non lo so, non posso saperlo.
L’affermazione che fai sull’abbassamento del costo del lavoro è innegabile ma non imputabile ad avvenimenti recenti. Il progetto è iniziato da quando non è stato più possibile, per i singoli Stati, usare la leva della svalutazione. Per mantenere elevati gli utili hanno inventato la svalutazione dell’uomo, della forza Lavoro, si inflaziona il suo livello lavorativo e soprattutto il suo salario.
In un breve lasso di tempo siamo arrivati dalla generazione 1000,00 € alla generazione 800,00 €, andremo sempre di più verso salari insufficienti a garantire una vita dignitosa, ma avremo sempre più occupati ( sotto la soglia di povertà) che andranno a gonfiare le statistiche dell’occupazione con soddisfazione del politico di turno al governo e di quella quota di Sindacato che si fa distrarre dalla venerazione del Moloch del Lavoro Virtuale, quindi rincorre il contratto per poterlo firmare sapendo di creare posti di lavoro con salari e tutele a diminuire ma statistiche sempre più positive.
Prima o poi dovranno capire o ne saranno costretti che il Lavoro sono i Lavoratori, non il virtuale.
Torno di nuovo a chiedermi: è meglio difendere il Lavoratore o il Lavoro che in molti casi garantisce un’occupazione con reddito al di sotto della soglia di povertà?
Antonio Giammei
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