Dovremmo partire da questi giorni. Perché dell’inizio, del punto di partenza di questo 2020, abbiamo parlato abbastanza.
Ogni giorno, ogni ora, secondo, minuto. Insomma la pandemia dallo scorso mese di febbraio e prepotentemente dal lockdown dei primi di marzo ha completamente travolto le nostre vite rimandando, congelando o stravolgendo i nostri progetti, i piani familiari, le attività imprenditoriali.
Anche per noi di informatori.it è stato un anno importante. Lo è stato per il Covid, per la prova che siamo stati – come tutti ma ci piace, lo sapete, focalizzare l’attenzione sul nostro mondo – costretti ad affrontare. Lo è stato perché questo 2020 ha portato con sé anche il peso di un importante traguardo: i nostri primi venti anni di attività. Due decenni di impegno, di costante ricerca nel convinto tentativo che questo frangente dell’enorme mondo della sanità italiana meritasse una voce, un angolo dove esporre le nostre idee, il nostro lavoro, i nostri progetti e anche – soprattutto in questi mesi – le nostre preoccupazioni.
E bisogna fare attenzione ad un concetto dal quale vogliamo ripartire come una sorta di augurio per questo anno che verrà: gli informatori scientifici del farmaco fanno parte – a pieno titolo – del mondo della sanità italiana.
Non ci sono scuse ed equivoci. Non ci sono più giustificazioni.
Lo abbiamo detto in più occasioni.
Lo abbiamo ribadito, ad esempio, quando in pieno lockdown, gli informatori scientifici del farmaco dopo le prime settimane di stop generalizzato sono stati rimbalzati da una ordinanza all’altra, da un atto all’altro, da una direttiva ad un’altra che ne hanno di fatto bloccato ogni attività per settimane, per mesi e che ancora oggi – ancora oggi – lasciano l’intero settore nell’incertezza più completa abbandonato alle sole direttive (discutibili, in alcuni casi) delle aziende.
Tutto come se l’informazione scientifica del farmaco fosse un argomento prettamente commerciale, qualcosa che ha a che vedere (sul nostro sito trovate testimonianze ampissime a tal proposito) con la vendita porta a porta.
Siamo seri. Anzi: siate seri: la politica deve assumersi il compito e la responsabilità di dare dignità ad una professione che, appunto, fa parte a pieno titolo del meccanismo che regola le attività sanitarie di questo Paese.
Le nostre interviste, gli approfondimenti, le volte che abbiamo dato la parola anche ad esponenti del Governo che da questo pulpito hanno annunciato anche le loro iniziative parlamentari (non ultima l’interrogazione arrivata nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati), hanno sempre avuto e continueranno ad avere l’obiettivo di diventare un punto di raccordo del dibattito politico che ruota intorno a questo argomento, e che speriamo diventerà nel prossimo anno sempre più stringente. Obiettivo primario da segnare sul calendario e non sul libro dei sogni: l’istituzione di un albo che consenta ad un ordine di dare degna rappresentanza alla categoria.
Oltre questo – e non è poco, consentiteci di sottolinearlo – informatori.it si è dato una nuova veste cercando di raggiungere un livello organizzativo all’altezza delle sfide che si è preposto con un nuovo assetto sul piano editoriale che ci porterà, presto, ad aprire nuove porte con percorsi da mettere a disposizione della categoria e delle imprese.
Venti anni di sfide che rilanciamo proponendo argomenti sempre nuovi, puntando sul mondo del lavoro, sugli aspetti politici, istituzionali ma anche tecnici che lo caratterizzano. Lo facciamo con una schiera di collaboratori sempre più ampia e con un livello che speriamo (ma ne siamo certi, senza infingimenti) sia condiviso perché animato da serietà e competenza. Animato da chi conosce il settore e la materia che è chiamato a trattare e dall’anima di informatori.it che nasce e si forma in questo mondo. E che non è mai cambiata.
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