L’ordinanza (vergognosa) della Regione Lombardia

L’ordinanza (vergognosa) della Regione Lombardia

Ok, mettiamo le mani avanti: non amiamo chi mette in discussione senza argomenti la politica e, più in generale, la gestione dello Stato. Insomma, il concetto banale che davanti ai bar di mezzo Paese da una vita ha portato i bene informati a far echeggiare il detto “piove Governo ladro” non ci appartiene, non ne condividiamo modi e ragionamenti, non ci appassiona.

 

La premessa è forse scontata ma la segnalazione che ci è arrivata da un informatore scientifico del farmaco a proposito di quello che sta accadendo in Lombardia, dalle parti della Regione Lombardia – l’istituzione, per dire -, merita una presa di posizione precisa.
Perché non ci piace il pressapochismo e ci piace meno chi mette mano alla vita delle persone (perché di questo si tratta) dalla poltrona di un ufficio generalizzando su attività, formazione, preparazione, anni di sacrifici. Ma anche spese, investimenti, progetti.

Lo diciamo apertamente (con tutto il rispetto per la categoria): gli informatori scientifici del farmaco non sono venditori porta a porta. No. Non vendono pentole, enciclopedie, aspirapolvere, prodotti per la casa. Commettere un errore del genere e riportarlo in una ordinanza – la numero 619 del 15 ottobre, pag.7 – come quella pubblicata dalla Regione Lombardia e scaduta ieri (vedremo, non senza apprensione, quale sarà la prossima “perla”) ci aiuta in qualche modo a sostenere quello che diciamo da sempre anche per mezzo delle decine di segnalazioni che a tal proposito ci giungono ogni mese: lo Stato, le Regioni e in generale la politica, non si rendono conto del tipo di attività svolta dagli informatori scientifici del farmaco.

 

Quando l’assenza delle Istituzioni non è retorica

Le amministrazioni non hanno contezza del contributo che la categoria offre ogni giorno al mondo della sanità in generale e non rispettano (di fatto, offendendola) l’attività degli Isf non avendo neanche la voglia di regolamentarla con un provvedimento serio nel pieno di questa emergenza, dove la filiera della sanità dovrebbe essere unita e organizzata sotto ogni punto di vista anche quello – parola dei medici a cui anche noi di informatori.it abbiamo dato spazio nei mesi scorsi – dell’informazione scientifica del farmaco.

Niente da fare: nessuna indicazione precisa, Regioni a ruota libera, una professione (lauree, anni di studio e di esperienza compresi) buttata in un angolo senza la minima opportunità di far sentire la propria voce nell’assenza totale di un albo dedicato, un ordine professionale o un concreto contatto sul piano istituzionale. Nell’assenza totale di una legge seria e rispettata che regolamenti il settore.

Un quadro a tinte foschissime che favorisce una burocrazia spicciola che, neanche a dirlo, partorisce ordinanze vergognose: questo va detto oltre ogni luogo comune e qualcuno dovrebbe farsi carico di ribadirlo, anche nelle stanze che contano. Prima che sia troppo tardi.

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Autore: Daniele Vicario



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