Il recente documento strutturato e proposto da Agenas e Ministero della Salute sulla sanità territoriale del futuro, fa intravedere l’avvio di nuovi modelli standardizzati. L’obiettivo che si percepisce è quello di cercare di raggiungere un’armonia tra prevenzione e cura con linee omogenee in tutte le macro aree della Penisola. (1)
“Ristrutturare“ un modello sanitario vuol dire provocare cambiamenti ed impatti organizzativi anche alle realtà aziendali del farmaco e, conseguentemente, all’attività dell’Informatore Scientifico.
Quando si parla di organizzazione della salute territoriale, il primo pensiero aziendale è infatti quello di ipotizzare una nuova informazione scientifica del farmaco. Strategicamente si cerca di delineare quali saranno i prossimi scenari, si vuole comprendere il potenziale dei singoli territori ma, in particolare, si rende necessario valutare nuovi modelli comunicativi e adattarli alle organizzazioni sul territorio.
La lettura del documento in bozza pubblicato da QuotidianoSanità.it ci permette di fare alcune riflessioni sui seguenti temi.
Classificazione dei pazienti
La popolazione viene stratificata in 6 livelli crescenti di gravità in base alla condizione clinica. Quindi, a differenti e crescenti bisogni assistenziali, si debbono valutare livelli di presa in carico dei pazienti differenti in base alla gravità.
Strutturazione dei distretti
I distretti sociosanitari copriranno un’area di 100 mila abitanti. La struttura dovrebbe avere una organizzazione come qui a seguire indicata:
- due case della salute “hub” (2)
- più case della salute “spoke”, (3)
- gli studi dei mmg esistenti,
- un ospedale di comunità con minimo 20 letti,
- un’unità di cure palliative,
- un hospice per malati terminali da 10 letti minimo,
- una centrale operativa territoriale in collegamento con la centrale di emergenza.
- un infermiere-Ifec( di famiglia e comunità) ogni 2-3 mila abitanti.
Nello stesso documento, si evidenzia come “dovranno essere sviluppati ulteriori approfondimenti” rispetto ai seguenti argomenti:
- farmacie,
- servizi per la salute mentale,
- ruolo della telemedicina e servizi sociosanitari con particolare riferimento alle RSA”
Inoltre, il Direttore Generale definisce gli obiettivi di ogni Distretto, che potrebbero avere forma di erogazione diretta od indiretta monitorando la qualità.
In base agli obiettivi definiti dal Direttore Generale, il Direttore di Distretto è responsabile della programmazione e del raggiungimento degli stessi.
Il ruolo della farmacia
Focalizzandoci sulle Farmacie, la pandemia ha delineato in modo netto il ruolo di questa struttura come presidio territoriale del SSN. Rilevare pazienti Covid-19 tramite tamponi, effettuare vaccini e fornire Green Pass, erogare ed effettuare vaccini antinfluenzali, hanno permesso di “ridisegnare” ruolo e competenze della Farmacia
Riportiamo qui di seguito a titolo informativo alcune trasformazioni che sono avvenute in Farmacia in questi anni e che riguardano i farmaci:
- Crescita della lista dei prodotti in Distribuzione per Conto
- Crescita dei prodotti genericati
- Crescita della gestione dei prodotti maturi che in larga parte sono su prescrizione medica
- Definizione di alcuni ambiti strategici di riferimento a seguito della Legge n.205/2017 di avvio della Sperimentazione Ministeriale sulla farmacia dei servizi:
Servizi cognitivi (Riconciliazione della terapia Farmacologica e Aderenza terapeutica con particolare riferimento alla Ipertensione, BPCO, Diabete)
Servizi di front-office (Servizio Fascicolo Sanitario Elettronico)
Analisi di 1 istanza (Servizi di telemedicina e supporto allo screening del sangue occulto nelle feci).
È noto che l’informazione scientifica al farmacista (legge 219/06) si esplica esclusivamente con la consegna della sola scheda tecnica. Sulla base degli elementi appena riportati è ancora logico erogare una informazione scientifica limitata all’RCP (Riassunto Caratteristiche Prodotto)?
I nuovi obiettivi dell’informatore scientifico
Un Informatore Scientifico che possa essere “regista” di una informazione che arriva in modo completo a tutta l’organizzazione della sanità territoriale ha un obiettivo ideale da raggiungere.
Il “paziente al centro” è lo scopo della sua mission che è anche quella di tutti gli attori dell’Healthcare: SSN, Medici, Farmacisti e Aziende.
(1) Tratto da “Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionali” pubblicato da http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=99218
(2)” La CdC hub garantisce l’erogazione dei seguenti servizi, anche mediante modalità di telemedicina: – Équipe multiprofessionali (MMG, PLS, Continuità Assistenziale, Specialisti Ambulatoriali Interni (SAI) e dipendenti, Infermieri e altre figure sanitarie e sociosanitarie); – Presenza medica h24 – 7 giorni su 7 anche attraverso l’integrazione della Continuità Assistenziale; – Presenza infermieristica h12 – 7 giorni su 7; – Punto Unico di Accesso (PUA) sanitario e sociale; – Punto prelievi; – Programmi di screening; – Servizi diagnostici finalizzati al monitoraggio della cronicità (ecografo, elettrocardiografo, retinografo, oct, spirometro, ecc.) anche attraverso strumenti di telemedicina (es. telerefertazione); – Servizi ambulatoriali specialistici per le patologie ad elevata prevalenza (cardiologo, pneumologo, diabetologo, ecc.); – Servizi infermieristici, sia in termini di prevenzione collettiva e promozione della salute pubblica, inclusa l’attività dell’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC), sia di continuità di assistenza sanitaria, per la gestione integrata delle patologie croniche; – Sistema integrato di prenotazione collegato al CUP aziendale; 14 – Servizio di assistenza domiciliare di base; – Partecipazione della Comunità e valorizzazione della co-produzione, attraverso le associazioni di cittadini e volontariato. – Relazione tra la CdC hub con il funzionamento delle strutture per le cure intermedie (es. assistenza medica nelle strutture residenziali territoriali come l’ospedale di comunità”
(3) “La CdC spoke garantisce l’erogazione dei seguenti servizi, anche mediante modalità di telemedicina: – Équipe multiprofessionali (MMG, PLS, Specialisti Ambulatoriali Interni (SAI) e dipendenti, Infermieri e altre figure sanitarie e sociosanitarie); – Presenza medica e infermieristica almeno h12 – 6 giorni su 7 (lunedì-sabato); – Punto Unico di Accesso (PUA) sanitario e sociale; – Alcuni servizi ambulatoriali per patologie ad elevata prevalenza (cardiologo, pneumologo, diabetologo, ecc.); – Servizi infermieristici, sia in termini di prevenzione collettiva e promozione della salute pubblica, inclusa l’attività dell’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC), sia di continuità di assistenza sanitaria, per la gestione integrata delle patologie croniche; – Programmi di screening; – Collegamento con la Casa della Comunità hub di riferimento; – Sistema integrato di prenotazione collegato al CUP aziendale; – Partecipazione della Comunità e valorizzazione co-produzione, attraverso le associazioni di cittadini, volontariato.”
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